Natale cristiano: dissensi per la decisione del preside di Rozzano

di Rita Occidente Lupo

Marco Parma, dirigente dell’istituto Comprensivo Garofani di Rozzano, balzato nella querelle per le tradizioni natalizie da tenere in vita. Se spodestare o meno quelle cattoliche, in nome del laicismo, nodo di una querelle che, nei giorni scorsi, ha registrato un coro di proteste per la decisione assunta dal preside. Azzerando la tradizionale cultura cattolica, in nome d’un rispetto e d’un’apertura alle altre religioni, salvate filastrocche di Rodari e procrastinata la puntata natalizia, con una Festa d’Inverno. Probabilmente, il dirigente che già mesi addietro aveva avuto da ridire sulla presenza del Crocifisso nelle aule, non immaginava di trascinare un polverone per tale decisione. In nome dell’apertura alle altre religioni! A maggior ragione dopo i sanguinosi eventi parigini, quella di Rozzano apparsa un’ennesima inversione di marcia alle radici etnico-religiose, che vantano lo Stivale, per cui un coro di dissensi, anche di esponenti di altre religioni, al diniego del Natale cristiano. Da troppo bombardato da troppi flussi migratori, in nome d’un’accoglienza intrisa di solidarietà. In ossequio anche alla pastorale evangelica “Alloggiare i pellegrini”, recuperando la memoria delle antiche opere di misericordia corporale, Papa Francesco più volte accenta il valore dell’accoglienza allo straniero, in fuga da conflitti, negletto da condizioni sociali ostili. Ma alla luce dell’ospitalità, non si può abiurare alla propria identità! Non si può rinnegare storicità millenaria, smarrire la propria fisionomia, snaturando il proprio credo. Di qui il recupero, in molti contesti, dei simboli del Natale, che partendo dall’abete, ricollocano la tradizione di Greccio. Il presepe di Francesco d’Assisi, di Eduardo de Filippo, di ogni famiglia che intorno ad esso s’è ritrovata per generazioni, non solo a giocare a tombola, ma a riflettere sul mistero  di un Dio fatto Bambino per amore dell’uomo, più che mai recuperata. Poco importa se con spaccati di vita anche contemporanei: docet la storica San Gregorio Armeni, che di anno in anno si correda di personaggi sempre diversi, autori del tempo. L’Italia non può rinunciare al suo Natale: non può cestinare la scatola di cartone, con le casette di cartapesta ed il muschio sempreverde! Non può sbarazzarsi di una Grotta fredda, con pochi personaggi del tempo: Maria-Giuseppe, il bue-l’asinello. Il tutto, per un Gesù ancora a vagire, sotto lo sguardo angelico “Pace in terra agli uomini di buona volontà”. Il misticismo del Natale, poco importa se tra il freddo pungente o i tiepidi raggi solari, insieme alla magìa di un Evento, ancora da vivere nella sua globalità, altre religioni non devono cancellare! Senza alcuna dietrologia strumentale, quando gl’Italiani ospiti di altri Paesi, rispettosi, senza calcar  la mano su scelte istituzionali, bandendo sovversiva permanenza oltr’Alpe! Volersi sbarazzare della fede cattolica, in nome del laicismo, issato quasi a mo’ di conquista sociale, vera e propria offesa alla fisionomia culturale di un popolo. Che, anche se striato di navigatori e poeti, ha vantato Santi autorevoli. L’eco di Rozzano deve far riflettere sul valore che la religione ricopre nella società italiana. Se l’islamismo, pronto a perdere la propria vita, nel sopprimere l’ altrui, con integrale ossequio coranico, il cattolicesimo di casa nostra ha soltanto sbiadita memoria dei primi secoli del Cristianesimo, che vide l’era dei martiri insanguinare l’arena romana. Oggi val la pena d’esser credibili, con la coerenza di vita: l’Islam sa che l’anello debole occidentale, proprio la fragile fede cristiana, da un bel pezzo messa sotto torchio, con esempi tutt’altro che edificanti, proprio da parte di chi preposto al culto, dovrebbe essere testimonial evangelico. Ma le luci non deficitano: e se la Chiesa di Francesco, minacciava rovina nel Duecento, quella contemporanea, pur imbrattando ogni giorno la cronaca di corruzione, detiene proseliti. Fulgidi Santi, non assenti dal nostro tempo: non a caso Papa Bergoglio, nello spalancare il Giubileo della Misericordia,  ha voluto per l’evento, l’ostensione delle spoglie di Madre Teresa di Calcutta e di San Pio da Pietrelcina!