Mercato San Severino: giovani…coraggiosi!

Anna Maria Noia

Dalla Valle Irno, con furore – metaforico – ecco due storie di “eccellenza”; due storie simili ma con “risultati” diversi, apparentemente “contrari”, agli antipodi. Invece sono piccoli esempi di vita lavorativa che possono assurgere ad emblema e  simbolo della volontà e del sacrificio da parte dei giovani d’oggi – “figli” di questa terra, di S. Severino, dell’Irno – che quotidianamente affrontano difficoltà e spesso “discriminazione” per trovare il cosiddetto e tanto agognato “posto fisso” – che il più delle volte… non c’è. Che rimane a volte un pio desiderio, una chimera. Gianpiero Negri, ingegnere 41enne, si occupa di robotica e di sistemi di produzione hi-tech. Figlio, appunto, di Mercato S. Severino – e nipote dell’intellettuale sanseverinese Antimo Negri, tra i massimi filosofi del lavoro a livello nazionale – è uno di quelli che, si può dire: “ce l’hanno fatta”. Il campo di applicazione delle sue conoscenze è all’altezza delle aspettative: una carriera in ascesa, quella del protagonista di questa storia… a lieto fine. Sì, perché a differenza di altri validi professionisti è riuscito a ritagliarsi uno “spazio” soprattutto dopo aver usufruito di numerose trasferte all’estero: il lavoro lo ha portato a continui soggiorni in Europa e in America, allo scopo di perfezionarsi e di completare il quadro delle sue competenze – fondamentale nel campo della meccatronica; disciplina composta da vari ambiti di applicazione – che va dai progetti per auto più efficienti agli studi sull’intelligenza artificiale. Tutte materie per Gianpiero Negri, che mostra così di essersi “inventato” un lavoro in tempi di vacche magre; l’ingegnere afferma che “è utile e opportuno viaggiare e formarsi all’estero; un’esperienza di vita che arricchisce le persone – dichiara – per poi spendere il know-how a S. Severino come in Italia, indifferentemente.” “Occorre stabilirsi all’estero anche come stimolo nel trovare contesti nuovi, al di fuori del territorio in cui uno vive – prosegue. “Ai miei coetanei che si affacciano al mondo del lavoro auguro di vivere fruttuose esperienze lavorative fuori dall’ambiente di vita, affinché ricevano soddisfazioni e possano realizzare le inclinazioni individuali – dice. “E’ necessario avere ambizioni, nel senso buono del termine – chiosa Negri – e credere nelle potenzialità, con tanta curiosità.”Gianpiero Negri ha ottenuto il massimo dei voti al liceo classico “Virgilio” di S. Severino; si è laureato al campus di Fisciano nell’anno accademico 2001-2002 in Ingegneria Elettronica (110 e lode). La tesi, in Architetture software complesse – relatore Massimo De Santo. Grazie all’intelligenza di cui dispone, dopo aver soggiornato a Berlino, Dresda, Lione e in alcune zone degli Usa, è da pochissimo responsabile delle funzioni di sicurezza per le macchine di Fiat Cnh industrial – a Lecce. Michele Citro, classe 1987, è un giovane ricco di interessi. La sua storia può essere paragonata a quella di tanti, troppi talenti delle nostre zone – soprattutto al Sud – che “emigrano” al Nord e/o all’estero per vedersi riconosciute le proprie qualità e per realizzarsi, almeno economicamente. Un curriculum di tutto rispetto, il suo. Figlio di un noto architetto di  S. Severino, non per questo è “raccomandato” o “più fortunato” rispetto agli altri. Proprio quando sembra che nella cittadina si voglia creare una “banca dei talenti”, l’avventura di Citro si pone ad esempio di una “eccellenza” che non intende arrendersi ma operare nel suo ambiente di vita, spendendosi per il territorio e per i suoi coetanei. Dopo aver frequentato il prestigioso liceo classico “Torquato Tasso” in Salerno, ecco che il Nostro approda a  “La sapienza” di Roma, uno degli atenei più rinomati in Italia. Sempre con il massimo dei voti – e con lode – si laurea alla facoltà di Filosofia di villa Mirafiori. Per quanto riguarda la laurea triennale, la tesi oggetto di discussione – in Storia delle dottrine politiche – verteva su “Tre concetti di libertà. Benjamin Constant, Isajah Berlin, Quentin Skinner.” La laurea magistrale – invece – lo ha visto discutere dell’argomento: “Riflettere storicamente la democrazia attraverso l’antropo-sociologia trascendentale di Marcel Gauchet.” Entrambe le ricerche sono sfociate in pubblicazioni del 2014 e del 2015; in particolare la prima tesi ha visto scaturire il volume: “La libertà. Tra uomo e cittadino” – di quest’anno. Tra le molteplici specializzazioni al suo attivo, ricordiamo le ricerche in filosofia politica, in linguistica, in antropologia, in sociologia presso la Sorbona di Parigi e l’università di Harvard a Boston. Adesso egli è qui, dove si occupa essenzialmente di editoria e di pubblicità; è responsabile della casa editrice “Il paguro”, ma certamente non trova – ancora – una professione alla sua altezza. Eppure dichiara: “Il futuro ha bisogno di giovani utopie. Considero la fuga di cervelli un momento formativo nella vita di un ragazzo, ma poi occorre avere il coraggio di tornare e cambiare le cose qui in Italia. Dove è venuta a mancare la cultura etica, morale, politica.” E su queste parole “caliamo il sipario” su tali due ricche e fervide personalità – modello esemplificativo dei tanto vituperati “bamboccioni”, che invece dimostrano e testimoniano oltre all’intelligenza e alla cultura che li pervadono anche il buon senso e il coraggio di rischiare.