Salerno: Arciconfraternita del Carmine in preghiera per i defunti

Rita Occidente Lupo

Novembre, mese per antonomasia dedicato ai defunti, registra sempre un tono di mestizia nella liturgia ecclesiale. Un particolare ricordo va a quanti hanno lasciato il mondo terreno, per vivere una vita eterna corrispondente alla fatica umana. Il suffragio per i propri cari, una delle pie pratiche che la Chiesa permette in questo mese, consentendo a coloro che ormai non possono più meritare un premio, in quanto cessato il proprio periodo terreno, di abbreviare le pene del Purgatorio. Lucrare le indulgenze per i defunti, un modo per continuare a tenere vivo il legame con quanti hanno attraversato la vita terrena, spegnendosi a qualsiasi età. Per tante anime, la tradizione cristiana crede che anche se morte in grazia di Dio, abbiano sempre delle imperfezioni da espiare, prima di poter accedere alla beatitudine del Paradiso. Anche per i Santi, piccole imperfezioni non mancarono. Di qui la preghiera dei viventi, che accelera il tempo di lontananza dalla vera Luce. Novene, liturgie eucaristiche e requiem eterni, per l’intero mese chiamano a raccolta la pietà popolare. Anche la Chiesa dell’Arciconfraternita di Maria SS. del Carmine, retta dal parroco don Benedetto D’Arminio, sta vivendo in profondo raccoglimento il mese novembrino ed oltre al novenario, partito il 4 novembre, scandisce anche con altri momenti liturgici il corale ricordo ai defunti. In occasione della memoria di San Martino, generoso cavaliere, che la carità rese eroico, dopo celebrazione eucaristica e Santo Rosario, il ricordo al miracolo delle castagne di San Giovanni Bosco, messo in scena dagli allievi della classe V elementare dell’istituto di Maria Ausiliatrice. Gli attori in erba hanno strappato il plauso dei numerosi fedeli, facendo riandare a quella gioia salesiana, che vede la Provvidenza in ogni azione quotidiana. Prossimi appuntamenti non mancheranno nel tempio sacro: a giorni il Coro Casella, diretto da Caterina Squillante e fanciulli di scuole viciniore, che stanno facendo sentire la propria fattiva partecipazione alla vita ecclesiale, animando anche la liturgia coralmente in alcune occasioni.