Roma: Governo, Valiante interrogazione su BCC

“Ho depositato nella giornata di ieri, insieme ai colleghi On. Luciano Agostini (PD), On. Sabrina Capozzolo (PD), On. Anna Maria Carloni (PD) e On. Vincenzo Folino (PD), un’interrogazione per chiedere al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Governo quale contributo concreto abbiano intenzione di apportare, coinvolgendo gli istituti bancari toccati dalla riforma,  per tutelare e  preservare il mondo del credito cooperativo considerando il valore ed il ruolo che lo stesso ricopre  per contribuire allo sviluppo ed all’occupazione”. Lo afferma in una nota Simone Valiante, deputato Pd e portavoce di Amicidem e primo firmatario dell’interrogazione. “Le banche di credito cooperativo, nate dall’esperienza delle casse rurali, sono presenti da oltre 150 anni sul territorio, sopratutto al sud, contando circa 376 banche, 4.441 sportelli, 6 milioni di clienti e 1,2 milioni di socie,  raccolgono il piccolo risparmio e rappresentano spesso il vero ed unico interlocutore bancario locale. Molti operatori del settore – si legge nell’interrogazione – lamentano della riforma prospettata il rischio che quel tipo di banche, alterando completamente la loro essenza, omologandosi agli altri istituti di credito, diventino  non più  organismi autonomi e propositivi  con peculiarità specifiche e proprie ma semplici sportelli di altri istituti con un molto probabile esubero di circa 3000 unità di personale”.”Gli stessi rappresentati del settore sottolineano  che le difficoltà oggi per il sistema delle banche di credito cooperativo dipendono dalla contingenza economica di crisi che si protrae ormai da alcuni anni e dalla imprudente gestione di alcune  bcc, suggerendo per la ripresa di eliminare gli sprechi, potenziando il fondo di garanzia, utilizzare al meglio gli organismi di primo e di secondo livello, mettere in rete i servizi facendo economie di scala ripartendo proprio dallo spirito cooperativo come valore aggiunto”.”Appare, pertanto,  necessario – conclude Valiante – salvaguardare la possibilità e il diritto delle piccole banche ad occupare il mercato proprio perchè  utili alle comunità locali sopratutto in un momento storico  di “desertificazione” delle zone interne (oggi il 75% del territorio nazionale e il 25% della popolazione) e dei piccoli centri”.