Bruxelles: Caputo, difendiamo Made in Italy agroalimentare, consiglio approvi regolamento “Made in”

“Le frodi alimentari generano ogni anno un business illegale di oltre 2 miliardi di euro. Si approvi il Regolamento sul “Made in” e si renda obbligatoria l’indicazione d’origine per i prodotti destinati al consumo”. Lo ha dichiarato Nicola Caputo Parlamentare europeo del Pd gruppo S&D e membro della Commissione Agricoltura a Bruxelles nel suo intervento sul made in agroalimentare pronunciato nel corso della sessione Plenaria. Tracciabilità, etichettatura obbligatoria e denominazione d’origine dei prodotti alimentari sono elementi imprescindibili che secondo l’europarlamentare vanno implementati. “In Italia vengono importati prodotti alimentari che non hanno indicazione del luogo d’origine nè etichetta e che vengono fatti passare per prodotti italiani. Una proposta di Regolamento europeo sul “Made in” – spiega Caputo – che prevede in particolare l’obbligatorietà dell’indicazione d’origine per i prodotti destinati al consumo (sia per quelli realizzati nell’UE che per quelli provenienti da paesi extra UE), è stata presentata dalla Commissione nel dicembre 2005. Il testo, che è stato approvato in Parlamento nell’ottobre 2010, è bloccato in Consiglio da 5 anni con gravi conseguenze come le frodi alimentari”. “Oggi nell’UE l’etichetta è anonima per circa la metà dei prodotti, – continua l’europarlamentare nel suo intervento – dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dai salumi al concentrato di pomodoro fino ai sughi pronti. Grazie al Regolamento “Made in” l’obbligo di indicare l’origine del prodotto agricolo in etichetta verrebbe esteso a tutti i prodotti alimentari, riducendo così notevolmente le frodi alimentari e l’inganno a tavola che genera ogni anno un business illegale di oltre 2 miliardi di euro”. “La tracciabilità e la trasparenza delle etichette potranno garantire non soltanto maggiore sicurezza per i consumatori, ma anche redditi più alti per i produttori che subiscono notevoli danni economici legati alle frodi alimentari. Chiedo quindi al Consiglio – conclude Nicola Caputo – di cogliere questa grossa opportunità, approvando finalmente il Regolamento sul “Made in”.