Il baratto delle tasse, per chi non riesce a pagare

Enzo Carrella

Lavori di pubblica utilità in cambio di uno sconto sui tributi comunali. Dai rifiuti alla casa. Una via per combattere l’evasione e stimolare i cittadini a occuparsi della collettività .Il baratto amministrativo 2015 è già partito nel novarese a inizio luglio. Altri Comuni italiani stanno per varare il relativo regolamento. Il baratto amministrativo 2015 è stato introdotto dall’articolo 24 del decreto sblocca Italia: “I Comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano”. Ecco modalità e requisiti per fare richiesta al proprio Comune. Il decreto sblocca Italia, varato dal Governo Renzi lo scorso anno, lo ha introdotto  ma vediamo   In cosa consiste. Il concetto è quello dello scambio: il cittadino pota degli alberi, imbianca delle aule o aiuta i netturbini e in cambio riceve uno sconto sulla tassa dei rifiuti o sulla Cosap (occupazione suolo pubblico), sulla Tasi (prima casa) o su altri tributi. Gli interventi possono riguardare dalla pulizia, alla manutenzione, all’abbellimento di aree verdi, di piazze, di strade oppure interventi di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati. Può coinvolgere il singolo oppure delle associazioni. Naturalmente sconti o esenzioni sono per un periodo limitato. Si tratta, quindi,  della possibilità di non pagare le tasse comunali arretrate (IMU e TARI per esempio) dando in cambio il proprio lavoro. Quali lavori si possono offrire per ottenere il baratto amministrativo? Tutti quelli che il proprio Comune ritiene necessari per il territorio in un determinato momento: pulizia delle strade, manutenzione del verde pubblico e dei parchi, assistenza alle scolaresche, ecc. Di seguito  i  -probabili-  requisiti  per ottenere il baratto amministrativo 2015 devono essere fissati dal proprio Comune di appartenenza previa apposita delibera.  Si tratta, in particolare, di verificare quattro condizioni del richiedente:  Residenza nel Comune presso il quale si inoltra la richiesta;  Maggiore età del richiedente;  Avere un ISEE non superiore all’importo che viene ritenuto congruo dal Comune (ci si aspetta razionalmente un importo poco superiore a quello equivalente per l’esonero dalla dichiarazione dei redditi) e un debito fiscale inferiore ad un certo importo;  La richiesta deve riguardare un debito fiscale comunale. Destinatari, invece,  del baratto amministrativo 2015 possono essere tutti i cittadini che possiedono i requisiti previsti dal regolamento comunale che ha introdotto la possibilità dello scambio. Nella pratica potrebbe anche  rappresentare   quale  strumento che ben si adatta alle esigenze dei disoccupati o dei lavoratori in mobilità, consentendo loro di impiegare produttivamente il tempo a disposizione per saldare i propri debiti con il Fisco locale. Il baratto amministrativo  è   comunque  già operativo. Il primo Comune italiano ad adottarlo è stato Invorio (provincia di Novara) che a inizio luglio ha varato il regolamento comunale. Esso prevede la possibilità per i cittadini di proporre un progetto di pubblica utilità al Comune con l’obiettivo di essere remunerati attraverso il taglio del debito fiscale verso l’ente medesimo. Altre esperienze in tema di baratto amministrativo sono ai nastri di partenza in alcuni comuni della Sardegna e della Calabria. Dove applicato è stato comunque  un successo: In pochi mesi sono comunque un centinaio le città che si sono sintonizzate su questo tema, segno che c’è fame di manodopera e bisogno di affidare alla responsabilità dei cittadini certi beni comuni. Si sono fatti avanti cento cittadini e dieci associazioni, qui la questione del reddito o della fragilità sociale non rientra nei criteri di selezione. Sulla stessa strada con qualche cautela, si muovono le città più grandi come Cuneo, Pescara, Firenze o Napoli   Un provvedimento utile, un’alternativa al trauma del pignoramento del frigorifero o del divano”. Là dove non arriva il portafoglio, arrivano le braccia e la donazione del proprio tempo. Per ottenere informazioni dettagliate sul baratto amministrativo nel proprio Comune di residenza il consiglio è quello di rivolgersi agli uffici comunali tributari preposti.