Anziani per una vita felice

Giuseppe Lembo

La felicità può essere un grande dono per l’uomo anche nell’età dell’invecchiamento. Anche per questa età può esserci, come ci ricorda Einstein, una vita felice; tanto, sempre che ci si dedichi ad un obiettivo da raggiungere. L’importanza di un obiettivo da raggiungere è dell’uomo che deve, sempre e comunque, sentirsi stimolato a vivere e così vivere felice. Il crescente invecchiamento della popolazione deve assolutamente liberare l’uomo dal falso convincimento che da vecchi non si hanno obiettivi da raggiungere e quindi ne consegue che non si può essere felici. Anche da vecchi si possono assolutamente avere obiettivi da raggiungere e quindi essere felici; tanto, sempre che, si tenga il più possibile lontano la demenza senile, una delle più gravi malattie del futuro dove è previsto un innalzamento delle attese di vita, con conseguente crescente invecchiamento della popolazione della Terra. Occorre allontanare il più possibile l’invecchiamento del cervello; tanto, attraverso un’intelligente prevenzione, una sana dieta ed un proprio fare mediatico. Con gli opportuni esercizi e le altrettanto opportune tecnologie, il muscolo cervello, può essere allenato, riducendo al minimo i danni dell’invecchiamento e dell’atrofizzazione, con rovinose ed irreparabili differenze per la memoria che si può conservare a lungo anche da vecchi; tanto è possibile, dandosi un virtuoso modello, basato su di una sana igiene di vita, che va dedicata giorno per giorno ad un obiettivo da raggiungere. Come ci fa sapere il saggio impegno del mondo scientifico, nel prossimo futuro per il grande bene dell’uomo invecchiato, occorre realizzare e sempre più, l’obiettivo di conservazione della memoria; la memoria sana (si può conservare sana, prima di tutto, attraverso una vita igienicamente sana e di saggia prevenzione), permette all’uomo anziano, di conservare le proprie capacità di ragionamento e di giudizio; permette, tra l’altro, di godere con assoluta naturalezza della gioia e della felicità che possono appartenere a tutte le età della vita umana. Oltre agli intelligenti sforzi attraverso la prevenzione finalizzata alla conservazione della memoria, la ricerca scientifica si sta attrezzano (Università di tecnologia di Melbourne) alla costruzione di un laboratorio di reti di memoria artificiale. Tanto, al fine di dare all’uomo, un prezioso contributo per una migliore qualità della vita anche quando il corpo è ormai invecchiato; nonostante l’invecchiamento può ancora avere una vita felice, dedicandola giorno dopo giorno, ad un obiettivo umanamente possibile, da raggiungere nel breve periodo. Tanto, tanto sta intelligentemente facendo per il bene dell’uomo della terza età, la ricerca scientifica; l’impegno e lo sforzo degli studiosi, sta dando importanti risultati, con nuove terapie che possono addirittura ripristinare la memoria, intervenendo a ripulire il cervello dalle placche amiloidi che si accumulano naturalmente nell’encefalo danneggiando le potenzialità dei neuroni. C’è, tanto, tanto crescente interesse per le malattie degenerative del cervello umano e della memoria che oggi più che mai va attentamente considerata secondo l’intelligente pensiero latino che diceva “memoria minuitur nisi eam exerceas”. Il primo e più importante antidoto per ridurre i danni dell’invecchiamento cerebrale consiste nel già ricordato uso costante del cervello, un muscolo che, per il suo buon funzionamento in tutte le sue diverse età e soprattutto nell’età della vecchiaia, deve essere mantenuto in continuo esercizio. Ecco quindi che la scienza medica in tante parti del mondo è impegnata in importanti studi per la conservazione della memoria, una grande risorsa in tutte le età dell’uomo, che torna a considerare insostituibile l’esercizio (il nisi eam exerceas) latino. La meditazione, la lettura, sono importanti strumenti di conservazione della memoria. Grazie al suo uso costante si può contrastare l’invecchiamento del muscolo cervello, che ha il suo peggiore nemico proprio nell’inattività. Con l’invecchiamento, per effetto di un processo assolutamente naturale, la memoria dell’uomo perde neuroni, determinando quindi dei problemi al suo funzionamento, con forme di rallentamento che possono diventare gravemente patologiche se non la si tiene nel dovuto esercizio, il solo che può evitare gravi disturbi ed altrettanto gravi danni per una vita normale anche in vecchiaia pur avvertendo qualche sintomo di svogliatezza o perdendo qualche colpo rispetto alla normalità delle cose nel normale corso della vita umana che, sempre e comunque merita di essere vissuta, anche senza la capacità di ricordare qualche nome di troppo.