Salerno: Pastena, al Porticcciolo, bagnanti tra topi

Rita Occidente Lupo

Quello del Porticciolo di Pastena, un problema che si ripresenta insistente all’inizio dell’estate, per gli aficionados, che un po’ per tradizione, un po’ per comodità, non mollano la spiaggia e gli scogli, nonostante l’allerta balneare….visivo! Tanti abitanti del rione, anche tra i rigori invernali, amano ritrovarsi sull’arenile, rimescolando salsedine ed emozioni, tra le corde d’inquietudine del “Mare d’Inverno” così gettonato dalla Bertè. Coi i primi tepori, a maggior ragione, “turisti” di un giorno, sportivi e casalinghe tuttofare, a rubare i primi raggi per incoraggiare la melanina, sì da sfoggiare un’invidiabile abbronzatura già ad aprile. Tra dilettanti di pesca, armati di maschera e pinne, con tanto di retino per conquistare lo scalpo marino: le cozze abbarbicate agli scogli, tra generose alghe e vegetazione! Con l’estate, bikini sgambati, secchiello e paletta per i più piccini, tra gonfiabili e sedioline da campeggio, popolano il quadrato di sabbia, che ben si presta anche alla vendita ambulante del Vuo’ cumprà del caso. Reggono i bagnanti del Porticciolo, che sembrano ignorare sicurezza balneare e poca igiene: tra pellicani bianchi, i colombi amano civettare tra gli avanzi di merende frugali, che i balneari di turno non si risparmiano. Stendini sugli scogli, tra l’arcobaleno di teli da mare, incuranti dei numerosi ratti che specialmente a sera, visitano il luogo costeggiando dall’ingresso anche l’enorme apertura gocciolante, che alimenta leggende metropolitane: chi riferisce che trattasi di pozzo nero o di scarico fognario del peggior tipo, in barba ad ogni depurazione. Ogni anno si riaccende la miccia delle polemiche sugl’impianti, se funzionanti o meno, appena le bolle in superficie rendono l’acqua come lisciva, che però non scoraggia dal tuffarsi, per refrigerarsi. Soprattutto in questi giorni d’afa strozzante ed alla luce della crisi economica, che non consente a tutti di concedersi vacanze o di pagare tesserini agli stabilimenti balneari. Ed allora, il Porticciolo familiare, quello in cui ancora regge perfino l’ombrellone “cabinato”, con tanto di telo intorno, per consentire di cambiarsi indumenti, made anni ’80, punta sulla “clientela” solita, mescolata ai pescatori che, pur non essendo di Procida, tentano di portare a casa ogni giorno il pane, eludendo anche controlli igienici. Sembra strano che, nel momento in cui si parla di turismo (perfino una svedese giorni fa, accovacciata sotto un asciugamani, dietro fanali da diva, per esporre il meno possibile il suo niveo incarnato al sole), l’Amministrazione comunale non abbia ancora intrapreso una sorta di derattizzazione o di bonifica del luogo, cercando di scongiurare inevitabili infezioni. Si attende….che il vascello di un capitano amico, solchi al largo, fungendo da nocchiero, nel salvare tanti bagnanti, portandoli su un’altra riva?