Roma: Agesci, 100.000 scout da Papa Francesco

dal nostro inviato MariaPia Vicinanza

Sotto un sole dardanico, in Capitale, per ricevere dal successore di Pietro l’input a continuare “la buona strada” fatta di ciottoli e di tornanti nel nostro tempo. Un appuntamento che ha visto l’Agesci fibrillante per un’intera settimana nell’organizzazione dei più piccoli che, impettiti, hanno retto alle ore di stanchezza e di viaggio, un incontro nazionale che ha riempito di gioia il cuore di tutti. In 100.000 hanno raccolto l’invito di Papa Francesco che durante il suo discorso ha invitato gli scout alla capacità di dialogo, “a costruire ponti, in una società dove c’è l’abitudine di alzare muri”. I Presidenti del Comitato nazionale Matteo Spanò e Marilina Laforgia hanno rivolto al Santo Padre queste parole: “Santo Padre, la nostra scelta educativa e di evangelizzazione è rivolta fino ai confini del mondo, non solo in senso geografico, ma esistenziale. Vogliamo giungere nelle periferie del vivere umano, là dove il messaggio di Cristo è più atteso e cercato. Siamo venuti a Roma con il bastone e la bisaccia del pellegrino. Siamo venuti ad incontrare il nostro Papa pieni di gioia, desiderosi di offrirci per fare bella la nostra Chiesa. Questa piazza, oggi, è un’immagine fedele di ciò che è l’AGESCI: una grande famiglia cui appartengono bambini e bambine, ragazze e ragazzi, accompagnati da giovani adulti e adulti meno giovani. Tutti noi, e tutti allo stesso modo, abbiamo promesso di fare del nostro meglio per essere sempre pronti e preparati a servire. Gli scout sono gente umile, che cammina per strada. A volte la strada si fa difficile, in salita. Ecco perché portiamo una bisaccia, essenziale: per non essere appesantiti dalle tante cose inutili che spesso occupano la nostra vita e ci fanno allontanare dalle cose semplici, che sono poi le più vere e le più belle. La bellezza del nostro camminare da pellegrini, venire qui ad incontrare te, Papa Francesco, è il desiderio di abbracciare chi ogni giorno ci indica la strada maestra e ci invita a occuparci del mondo. Siamo nelle città, nei quartieri dove possiamo essere più utili, e nei paesi. Abitiamo le Parrocchie e qui proviamo a fare la nostra parte, come chi abita una casa insieme ad altri. Ma non vogliamo dimenticare che senza l’appoggio dei nostri parroci e dei nostri vescovi, non riusciremmo ad essere una presenza così viva sul territorio. In tutte le nostre esperienze, in tutti i nostri percorsi, al centro ci sono sempre i ragazzi. E’ lo Scautismo che mette al centro i ragazzi. Lo Scautismo è proprio nato ‐ nella mente e nel cuore di Baden Powell, il nostro fondatore ‐ pensando a loro: ai ragazzi e alla loro felicità presente e futura. La proposta che gli adulti dell’AGESCI rivolgono ai ragazzi è fatta di esperienze, di vita, che gradualmente svelano a ciascuno come la strada più sicura verso la felicità sia costituita dall’impegno a procurare la felicità agli altri. Nello Scautismo i ragazzi sono veri artefici del proprio cammino di crescita. E lungo questo cammino hanno negli adulti dei compagni di strada, testimoni del Vangelo, che mentre li guidano sanno di poter crescere con loro, nella ricerca della pienezza nella volontà di Cristo e della sua Chiesa. Santo Padre, la nostra scelta educativa e di evangelizzazione è rivolta fino ai confini del mondo, non solo in senso geografico, ma esistenziale. Vogliamo giungere nelle periferie del vivere umano, là dove il messaggio di Cristo è più atteso e cercato, ma senza la consapevolezza che è proprio quel messaggio che si attende e si cerca. Ci permettiamo di sentirci proprio «… Chiesa “in uscita” ….comunità di … missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano, che festeggiano» (Evangelii gaudium n. 24). “Ora, Santo padre, desideriamo presentarle dei simboli. Noi crediamo molto nel valore e nella forza dei simboli. Ciò che le offriamo, perciò, rappresenta quello che siamo, racconta la strada che abbiamo percorso da pellegrini fin qui, ed anche qualche tratto della, nostra storia.”La Preghiera del Papa e con il Papa creata con le oltre 150 preghiere arrivate dai gruppi delle varie regioni: “Preghiamo perché con l’aiuto di Dio tu possa trasmettere anche a noi il coraggio di sporcarci le mani, per cambiare in meglio il presente anche quando sembra impossibile senza mai farci rubare la speranza e senza mai rinunciare ai nostri sogni.”