Oliveto Citra: 30 anni dalle apparizioni della Regina del Castello

A distanza di 30 anni, c’è ancora chi va al castello, per lanciare una supplica verso il cielo, imbastire una preghiera nel silenzio del proprio cuore, implorare una grazia. Eh sì perchè il sacro, non cessa d’incuriosire e d’attrarre. Di destare attenzione, specialmente nei momenti del bisogno, quando le certezze umane naufragano nella precarietà esistenziale. Oliveto Citra, un paesino che tra il turismo idropinico delle stazioni termali a Contursi e le produzioni tipiche agricole, si vide negli anni ’80 preso d’assalto per le presunte apparizioni della Madonna, in cima all’altura con la rocca del paese. Un pool di ragazzi, che giocava a palla sulla piazza principale, in occasione della festa del Santo Patrono, Macario, si spinse sui gradini antistanti il cancello e lì, vide una bianca figura. Da allora, quanto accaduto, si confonde tra il leggendario e la realtà: segni, apparizioni, conversioni, guarigioni. Ognuno ha narrato la sua versione, ha testimoniato di aver visto la Madonna, ora con abiti luminosi, ora grigi o scuri in segno di dolore. La Chiesa, a prender le distanze dal fenomeno, temendo che si potesse e si possa incedere nel fanatismo e nella credulità popolare esasperata. Gridando “Al miracolo!” in preda ad isterismi o ad ossessioni religiose. Di qui, sparito don Peppino Amato, il presbitero che inizialmente aveva raccolto le testimonianze dei fedeli e dei veggenti, tra incipienti corde di scetticismo, prima di convincersi che qualcosa di vero c’era, che i veggenti non erano visionari o abili manipolatori del sacro, nella strumentalizzazione di un fenomeno, il Comitato ereditato dal sacerdote, gestito da laici. Che tuttora raccolgono testimoninaze, offrendo chiarimenti alla curiosità popolare ed a quanti vogliono conoscere più dal di dentro la verità olivetana. In occasione del trentennale, una conferenza, incentrata sui “Poteri straordinari della fede”, all’Auditorium, con un parterre altamente qualificato: Michele Campanozzi, teologo, psicologo e scrittore;  Romeo Frigiola, docente di lettere e filosofia ed antropologo;  Rita Occidente Lupo, Direttore del nostro quotidiano. Il tutto coordinato da MariaPia Vicinanza, nostro caporedattore. Dopo il saluto istituzionale del sindaco Mino Pignata, l’avvio di una discussione particolarmente interessante per l’accento sul concetto di fede, oggi spesso bistrattato. E sul valore della testimonianza cristiana, che mai come in questo momento, chiede ai singoli coerenza di vita. “I nostri sensi sono limitati- ha commentato Campanozzi- di qui la certezza che c’è Qualcuno che provvede all’uomo per il suo bene, in quanto nato da un atto d’amore. Pertanto anche il dolore, non casuale: anche se inspiegabile spesso e rigettato, nell’ottica del voler la felicità anche umana.” “Ma la preghiera, aiuta a comprendere meglio il progetto divino sulla creatuta- ha rimarcato  Frigiola- per cui anche se a volte sembra che Dio sordo alle suppliche, non tutto avviene a caso. L’inspiegabile è nell’ottica di una maggiore felicità per l’uomo, non esaustiva alla dimensione terrena. Preghiera ponte, interazione, per chiedere ed ascoltare, nel silenzio spesso, quanto Dio chiede ad ognuno.” “Proprio in questo momento particolare per la storia dell’umanità- ha concluso la Lupo- pare che il sacro sia annientato dal laicismo imperante. Ed invece non mancano testimonial, come i Santi, che lasciano un’impronta autorevole nel tempo. Il caso di Papa Woytyla, di San Pio da Pietrelcina, solo per citare alcuni emblemi di spiritualità. Oggi, le nuove generazioni, sembrano aver smarrito l’identità cristiana, in nome del permissivismo, che annienta il concetto stesso di peccato. Eppure, mai come in questo momento, da oasi di spiritualità come Lourdes, Pietrelcina, Fatima, la stessa Oliveto, si solleva alta la preghiera corale. Se la Madonna appaia o meno ad Oliveto o a Medjugorje, non è questo il problema: laddove si prega e c’è la conversione del cuore, c’è il trionfo della fede. E quest’è quel che conta!” tra scroscianti applausi e testimonianze, come quella del cav. Franco Fasano Gran Maestro dell’Ordine di Campostela, Gran Priore Nazionale del Sovrano Ordine ospedaliero e militare cavaliere di Malta San Giovanni di Gerusalemme e la giornalista Ornella Trotta,  il video che ha ripercorso la storia delle apparizioni. Nel pomeriggio, anche i veggenti ai piedi del cancello: Giuseppe D’Ambra, che ha raccontato della sua conversione, dopo la guarigione fisica; Maria Autiero e Gennaro Punzetti, con Umberto Bacco, che han rivelato delle visioni e della locutio interna. Con il rosario tra le mani, il capo chino, nessuno a vantare talenti o ad ergersi protagonista di qualcosa: voce fioca, naturalezza nel tratto, tutti a raccontar che la Vergine, nelle apparizioni, a dichiarar che la preghiera urge per mutare le sorti dell’umanità vacillante! Da Oliveto, c’è da cogliere il bagno di spiritualità, che ha chiamato tanti a rifugiarsi su sedie di fortuna, per affidare alla Vergine del cielo, nel mese mariano, le proprie suppliche, le proprie lacrime, le proprie preghiere: laddove si prega, il cielo che si tocca nella vertigine della spiritualità, pone in secondo piano la stessa ricerca del soprannaturale da verificare se si manifesti veramente a chi lo cerca con cuore sincero!