Arienzo: Sappe, 1 ferito su regolamento conti in carcere

Ancora un grave fatto di cronaca in un carcere della Campania. Dopo l’aggressione, sabato scorso, di un poliziotto penitenziario nella Casa Circondariale di Avellino, è nel carcere di Arienzo, nella provincia di Caserta, che si è verificato qualche giorno fa un grave e violento regolamento di conti tra due detenuti. La denuncia arriva dal Sindacato più rappresentativo e con il maggior numero di poliziotti penitenziari iscritti, il SAPPE, che sottolinea ancora una volta come la tensione nelle carceri italiane e campane rimanga alta e costante. Spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Non sappiamo se il pretesto del furioso pestaggio tra due detenuti italiani avvenuto nella Casa circondariale di Arienzo è tra i più futili, ossia l’incapacità di convivere – seppur tra le sbarre – con persone diverse. O forse le ragioni sono da ricercare in screzi di vita penitenziaria o in sgarbi avvenuti fuori dal carcere. Fatto sta che sabato scorso un detenuto di origine napoletana con breve fine pena e condannato con reati comuni, armato di un coltello rudimentale, approfittando del fatto di essere a “Regime penitenziario aperto” e in custodia attenuata ha colpito al volto un compagno di detenzione eludendo la sorveglianza ed occultando l’arma rudimentale”.“Il Personale di Polizia Penitenziaria”, prosegue “insospettito dalla calca dei detenuti, è tempestivamente intervenuto evitando il peggio e provvedendo alle prime cure del caso per il detenuto gravemente ferito al volto al quale sono stati posti cinque punti di sutura presso l’infermeria del carcere. A seguito di una veloce attività investigativa è stato individualizzato il responsabile dell’aggressione, lo stesso è stato isolato e denunciato all’Autorità Giudiziaria competente mentre è stato rinvenuto il rudimentale coltello ben occultato alla base di un lavabo. L’arma artigianale è stata posto sotto sequestro ed è stata ricavata da un ferro del fornelletto in dotazione ai detenuti per prepararsi i pasti. L’esiguo personale della Polizia Penitenziaria in servizio e presente al momento grazie alla propria professionalità ha riportato l’ordine e la legalità nella Casa Circondariale di Arienzo in poco tempo ed ha evitato che l’evento critico potesse avere ulteriori gravi e tragiche conseguenze, il Sappe esprime vivo compiacimento al senso del dovere e capacità professionali poste in essere dai colleghi”. Per il SAPPE “la situazione nelle carceri resta sempre allarmante, nonostante in un anno il numero dei detenuti sia calato, ad Arienzo, di sole 17 unità: dai 93 del 30 aprile 2014 si è infatti passati agli attuali 76, mentre a livello nazionale sono oggi detenute 53.498 persone rispetto alle 59.683 dello scorso anno (circa 6.000 in meno). Altro che la favola della “vigilanza dinamica” e l’autogestione delle carceri da parte dei detenuti come panacea ai mali penitenziari. Le idee e i progetti di chi santifica questa vigilanza dinamica e il regime penitenziario ‘aperto’ non tengono conto della realtà delle carceri, che non sono collegi per educande, e rispondono alla solita logica “discendente” che “scarica” sui livelli più bassi di governance tutte le responsabilità. E ricadono sulle spalle di noi poliziotti, che stiamo 24 ore al giorno in prima linea nelle sezioni detentive. Intanto i poliziotti continuano a sventare suicidi, a gestire eventi critici come gli atti di autolesionismo, le aggressioni, le risse, a circolare su mezzi vecchi e fatiscenti”. Impietosa l’accusa di Emilio Fattorello, segretario regionale SAPPE della Campania: “Denunciamo per l’ennesima volta la scellerata politica dell’Amministrazione penitenziaria che con una frettolosa ed irresponsabile apertura dei detenuti ed una incomprensibile “sorveglianza Dinamica” a seguito della sentenza europea TORREGGIANI ha portato gli Istituti di pena della Campania nel caos ed al verificarsi di una violenza che non si registrava da tempo. Basti osservare l’aumento degli eventi critici violenti degli ultimi tempi che hanno messo a rischio l’incolumità fisica dei detenuti e dello stesso Personale della Polizia Penitenziaria operante, che sempre con maggiore difficoltà continua a garantire in Regione, con pochi mezzi ed uomini, i compiti Istituzionali tra i quali quelli primari di garantire l’ordine e la sicurezza negli Istituti di Pena della Campania”.