Campania: regionali, no astensionismo, voto per rinascita territorio

Giuseppe Lembo

Per l’agricoltura campana, se si vuole governare in modo intelligentemente nuovo i territori e la gente fortemente confusa, occorre un Progetto di politica agraria con alla base, un più generale sviluppo, il frutto di larghe intese e di un attivo confronto; tanto, al fine di darle un ruolo forte per l’economia, l’occupazione e quindi per il futuro possibile della Campania che deve saper finalmente capire di essere una regione italiana importante e tra l’altro, ricca, considerata l’abbondante ricchezza di risorse di cui dispone, ma che, purtroppo, sono maleutilizzate; tanto ancora nel campo del turismo, della cultura, dei beni culturali e paesistici – ambientali con, tra l’altro, un made in Campania, fortemente ricercato da tutto il mondo. L’agricoltura deve essere ripensata, prima di tutto come innovazione, organizzazione intelligente, gestione dei processi macro e micro dalle produzioni alle trasformazioni, conservando le sue caratteristiche di eccellenza in un made in Campania enogastronomico ricercato da tutto il mondo. Altrettanto bisogna agire saggiamente per il turismo, riqualificando la Campania turistica, promuovendola soprattutto per il suo importante patrimonio artistico-culturale unico al mondo; insieme all’enogastronomia, sono attrattori di eccellenza che, se intelligentemente usati in un Progetto Campania dal futuro possibile, possono cambiare le attuali condizioni tristi della nostra regione ammalata di uomo che sa creare i mali, tanti mali, senza poi sapere come uscirne; come risolverli per quel bene comune che, purtroppo, non ci appartiene; non appartiene alla Campania, regione infelix e sempre più orfana di futuro. La prima e più importante fabbrica della Campania è da vedere nel protagonismo della sua umanità e della capacità di ciascuno di credere in se stessi; è da vedere nel giusto riconoscimento meritocratico e professionale, necessario per un vivere insieme basato sul rispetto reciproco e sul rispetto del proprio saper fare e del proprio saper essere a favore di se stessi e degli altri, intesi come insieme sociale funzionalmente utile al bene comune. Ancora oggi oltre al mancato e giusto riconoscimento per il ruolo delle risorse umane, non è assolutamente riconosciuto dal Sistema-Regione il “merito” nel governo delle risorse umane, per chi lavora, dando il meglio di sé. Caro nuovo Governatore della Campania, nel momento in cui siamo, tu puoi ben rappresentare il nuovo della Campania; è un momento particolarmente delicato che richiede il massimo dell’attiva partecipazione umana e del coinvolgimento dei saperi e delle conoscenze, con idee nuove, le sole che possano dare il futuro nuovo alla Campania, una regione scrigno, ricca di testimonianze e di tanti, tanti frammenti preziosi della nostra storia, con un cuore antico soprattutto nei saperi, con al primo posto il grande pensiero velino di Parmenide e di Zenone, i padri della filosofia dell’essere, che hanno lasciato in eredità il pensiero campano (nel Cilento) dell’essere, un patrimonio di saperi di rilevante importanza soprattutto oggi che l’uomo, in quanto essere, rischia i gravissimi danni di un apparire e di un’abusata materialità che potrebbe compromettere e per sempre, la vita dell’uomo ed il suo futuro sulla Terra. Tanto come percorso di idee condivise, con determinata forza di insieme, bisogna pensare al futuro della Campania, prima di tutto ed innanzitutto, partendo dall’uomo; deve partire dai valori fondanti di una vita di insieme basata sul rispetto degli altri. Deve partire dalla cultura e dai saperi, la cui grave mancanza non permette quel tanto atteso cambiamento e sviluppo, le cui leve sono proprio nell’uomo, attraverso la conoscenza, la crescita umanamente diffusa ed i valori dimenticati, causa di tante crescenti negatività nel rapporto umano e sociale, dove il dialogo, il confronto, il rispetto degli altri, è sostituito sempre più dall’arroganza, dalla forza, dal fare barbaro e dalle imposizioni violente dei più forti sui più deboli. Questo, a partire da subito, deve essere il nuovo corso della Campania; un corso della buona politica al servizio della gente e per la gente, impegnata in un fare intelligente che vuole pensare a costruire quel necessario futuro, purtroppo, da troppo tempo negato. Purtroppo, le previsioni della vigilia del voto in Campania non promettono niente di buono. C’è tanta indifferenza; c’è tanto disgusto per i cambi di casacca; c’è tanta sfiducia nel pensare comune di “anche questa volta sarà come le altre e non cambierà niente”. C’è, per tutto questo, una crescente e diffusa volontà del non voto; di un astensionismo che suona come una pesante sconfitta per la politica sempre più lontana dai cittadini. Cari candidati Governatori della Campania, alla vigilia di un voto importante, ma fortemente inquinato dal niente, ci sono davanti a voi questi scenari tristi di una Campania ormai al capolinea; di una Campania dissanguata che non ha ormai energie da spendere e tanto meno da sprecare.