Secondigliano piange gl’innocenti della follia

di Rita Occidente Lupo

La strage omicida di ieri, a Secondigliano, pone oggi la città di Napoli, nel lutto più rigoroso, sposato in pieno anche dalle istituzioni, che hanno inteso  in questo sabato, spegnere gli echi elettorali. Giulio Murolo, 48 anni, infermiere in chirurgia all’ospedale Cardarelli, uomo tranquillo con l’unico hobby della caccia, killer efferato verso i propri congiunti in primis. Nel primo pomeriggio, il fucile che aveva in dotazione ha sterminato 4 persone, ferendone mortalmente altre 5. Un raptus, alla luce delle sue parole dopo l’arresto, scattato per motivi banali col fratello, stroncato poi insieme alla moglie. Nella scena da orrore, anche le Forze dell’Ordine, che avevano tentato di fermare la furia omicida, hanno avuto la peggio: come il capitano della Polizia Municipale di Napoli Francesco Bruner, morto anche lui nel tentativo di salvare un collega. L’episodio, si commenta da solo. Non solo per il linciaggio, che ha spinto la folla a voler giustiziare da sola il folle. Infatti, sempre più frequenti,  episodi inverosimili: personaggi insospettabili, tranquilli, che si tramutano nell’orco di Cappuccetto! Salta un equilibrio, scatta una forza sovrumana di sopraffare e di farsi giustizia con la violenza: di sopprimere chi causa contrarietà, senza appello! E spesso, nella foga, a pagarne le conseguenze anche vittime innocenti, passanti: il caso, la fatalità, il destino… i Greci avrebbero gridato Atropo, la terza parca che recideva il filo esistenziale. Noi, non pagani, dinanzi a delitti così mostruosi, non abbiam risposte esaustive, se non stringere nella solidarietà i sopravvissuti, pregando per le vittime innocenti!