Mercato San Severino: Enea spiegato ai giovani del “Virgilio”

Anna Maria Noia

“Il mito di Enea”, saggio vergato da Maurizio Bettini e Mario Lentano – docenti all’università di Siena – è approdato il 7 maggio (in mattinata) nell’aula consiliare del Comune, di fronte ad un’ampia platea di studenti, tirocinanti e insegnanti dell’istituto superiore locale: il “Virgilio”. La pubblicazione è del 2013, consta di 350 pagine ed è edita per i tipi di Einaudi. Ad illustrare l’opera – giunta a S. Severino grazie alla “mediazione” del dottore di ricerca a Siena: Francesco Puccio, che collabora col “Virgilio” nell’ambito del laboratorio teatrale d’istituto – l’assessore alla Cultura Assunta Alfano, il dirigente scolastico Luigia Trivisone e l’autore. Dopo i saluti istituzionali “di rito” da parte della Alfano, si sono susseguite riflessioni da parte di Luigia Trivisone che ha sottolineato la valenza di momenti simili, importanti e necessari di questi tempi di crisi culturale e valoriale. La storia di Enea ab ovo, dunque, ripercorre in tale testo intriso di romanità e di classicità. Lentano ha esposto il suo intervento in maniera semplice, chiara e soprattutto abbastanza concisa; ciò partendo da una sorta di “taglio cinematografico”, spigliato, inerente la guerra di Troia donde era partito il “pio” Enea. La pietas virgiliana era intesa quale adempimento totale ai voleri del Fato. Un espediente didattico funzionale per avvicinare i giovani all’Eneide e l’eroe, ma anche traditore – e Mario Lentano lo spiega molto bene – Enea ai ragazzi di oggi. Una figura, per quanto leggendaria, comunque già ben presente nella letteratura sia del passato – inerente il “solito” Omero, che tratta di Enea come capostipite dei “Troiani di Roma” sin dal XX canto dell’Iliade – che attuale e in tutto il contesto europeo. Ciò che colpisce, al di là del “mero” fatto letterale, è la valenza simbolica e semantica di letteratura prima a livello orale, poi “blindata” – sono parole del relatore – dallo scritto. Per tutto il tempo della lectio, Lentano ha effettuato comparazioni metaforiche tra la condizione di viaggiatore e dunque di “migrante” di Enea e la realtà attuale, fatta di extracomunitari e profughi clandestini. Infine, prima di lasciare la parola a professori e allievi – interloquenti in un ideale dialogo e scambio di opinioni – il docente toscano ha detto che “I miti non si cristallizzano solamente in una data epoca” ma vengono utilizzati (o anche “saccheggiati”) anche nella modernità, come testimoniano numerosi esempi legati – magari – al famoso complesso di Edipo freudiano e a quello di Telemaco, piuttosto che a poemi di Giorgio Caproni, che accosta le macerie della guerra a quelle della Troade, o di altri negli anni 2000 che invece parlano dei senza patria che approdano alle coste italiane, provenendo dal mare come Enea.