Salerno: regionali, Casciello “Con Caldoro, da sempre contro deluchismo e demitismo, non torniamo indietro”

Continua il tour elettorale del candidato al Consiglio Regionale della Campania, per la lista di Forza Italia a Salerno, Gigi Casciello: oggi il programma prevede incontri nell’aria a sud della provincia di Salerno e nel pomeriggio nell’Agro Nocerino Sarnese. Il candidato al Consiglio regionale della Campania, Gigi Casciello, ha dichiarato: «In una politica di trasformisti, di voltagabbana capaci di cambiare nella propria esperienza politica fino a dieci partiti, sono in campo in questa campagna elettorale con Forza Italia, per Stefano Caldoro Presidente, con un impegno preciso: dare un contributo decisivo per evitare che anche la Campania debba fare i conti con il “deluchismo”, un sistema di potere radicato e trasversale che ha tolto il respiro e, spesso la speranza, a professionisti non allineati, imprenditori non disposti a proposte irricevibili, a giovani forti della propria libertà e non piegabili alle logiche di appartenenza dell’ex Sindaco di Salerno e del Pd. Ma la mia battaglia sarà ancora più forte – continua il candidato Casciello – perché da giornalista con il mio lavoro e le mie inchieste da sempre ho combattuto un altro sistema di potere onnivoro e devastante della Provincia di Salerno: quello incarnato da Ciriaco de Mita. Ai cittadini di Salerno e provincia per ora ricordo solo due episodi che hanno fatto la storia del ritardato sviluppo del territorio salernitano: la collocazione dello stabilimento Fiat in provincia di Avellino a discapito dei lavoratori e delle famiglie di Battipaglia e della Piana del Sele, e l’ubicazione della nuova Università di Salerno piuttosto che nel perimetro cittadino. Quella scelta fu di De Mita ed al tempo una mediocre ed asservita classe dirigente e accademica salernitana permise che Salerno perdesse la sua Università. Io posso fare questa battaglia senza dover giustificare nulla della mia storia professionale e politica. il trasformismo non solo non mi appartiene ma mi indigna».