Da Fazio alla De Filippi, Saviano si riscopre “pop”

Amedeo Tesauro

Finalmente è avvenuto. La discussa partecipazione di Roberto Saviano al serale di Amici, il talent di successo targato De Filippi, si è realizzata sabato sera poco dopo la mezzanotte. Introdotto da una presentazione asciutta, lo scrittore si è ritagliato uno spazio nella gara per discutere di migranti e barconi, l’importanza di non abbandonare la propria terra e resistere, con infine una citazione di Calamandrei su un’altra resistenza, quella con la erre maiuscola . Niente di realmente memorabile, ma è suo modo un colpo di teatro per l’autore di Gomorra, uno che malgrado i suoi tempi (o forse grazie a quelli) in TV ha quasi sempre funzionato, imponendosi in pochi anni come figura di culto da esibire nelle proprie trasmissioni. Finora Saviano si era mosso in acque amiche, per così dire, nei territori culturali di Rai 3 e La 7 al fianco di Fabio Fazio, manovre che ne hanno rafforzato l’immagine principalmente presso un pubblico di sinistra. Ecco perché la notizia della sua partecipazione a Amici ha subito allarmato i seguaci dello scrittore, alcuni dei quali apertamente in polemica hanno attaccato la scelta, perché “uno di sinistra come Saviano” non può prestarsi ad andare in un talent di Mediaset condotto dalla De Filippi. Anche se poi “uno di sinistra come Saviano” non ha mai mancato di smarcarsi dalle definizioni semplici, come dimostrano le recenti dichiarazioni sulla sinistra radicale o l’indice auto-dichiarato delle sue letture: Ernst Jünger, Ezra Pound, Louis Ferdinand Céline, Carl Schmitt, “persino Julius Evola” ammetteva lo scrittore Panorama qualche anno fa. Ecco allora che la risposta alle critiche è già pronta: si va dove c’è pubblico a cui parlare, senza pretese di evangelizzare ma con la voglia di raccontare determinate cose lì dove solitamente si parla d’altro. È una risposta sagace, da intellettuale che o è animato da viva passione o semplicemente comprende il rischio di rimanere intrappolato nelle meccaniche di una cerchia ristretta, in ogni caso una difesa che regge. Su una TV di Berlusconi? “Allora non leggo più Pavese perché pubblicato da Einaudi che è di Berlusconi?” subito contrattacca il giorno dopo la messa in onda su Repubblica. Ecco allora spiegata l’ospitata a un programma rivolto al pubblico giovane, uno dei pochissimi della TV italiana, un palcoscenico rischiosissimo ma non necessariamente off limits per uno che in fondo ha affiancato alla sua carriera da scrittore/giornalista anche quella di monologhista televisivo. Ben sta a tutti insomma, alla De Filippi che con l’ospitata di Saviano fa il suo gioco cercando di accreditarsi presso un altro tipo di pubblico rispetto a quello usuale, e a Saviano che implicitamente compie la stessa operazione al contrario. E gli ascolti, oltre cinque milioni e mezzo, fanno sorridere entrambi.