Comuni: operazione pulizia dei bilanci!

Enzo Carrella

Dal  2015  i rendiconti  saranno  fedeli alla realtà e  senza  applicazioni di appostazioni che – fino ad oggi – ne hanno alterato equilibri mascherando deficit strutturali in  molti  comuni  . Perché ci si chiede?  Con l’approvazione dei rendiconti 2014 per fine mese, le amministrazioni dovranno procedere al riaccertamento straordinario dei residui, il primo degli adempimenti in vista della introduzione a tappe a partire dal 2015, della armonizzazione dei bilanci. Rigida la sanzione prevista per gli inadempienti: Chi non lo farà, infatti, andrà incontro allo scioglimento del consiglio. Altro interrogativo: come sarà “soppiantato” il sicuro rilevante disavanzo che emergeràda tale “operazione di restyling nella quasi totalità dei comuni? – .E’  la speciale  normativa a metterci una “pezza”. E’ previsto  infatti, che l ’eventuale maggiore disavanzo di amministrazione al 1° gennaio 2015, determinato dal riaccertamento straordinario dei residui e dal primo accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità, potrà comunque essere ripianato in trenta  anni (3,33  per cento l’anno).  Ciò lo  prevede il decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 correttivo delle norme del 2011 in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio di regioni ed enti locai . Vediamo , in dettaglio, Il meccanismo. Dal 1° gennaio scorso al 30 aprile prossimo  tutto il sistema degli enti locali dovrà  fare emergere le risultanze effettive della “pulizia” dei residui ed anche  il   consequenziale  loro eventuale disavanzo reale. L’operazione “verità” dovrà comportare alla fine della verifica la coincidenza concettuale e giuridica dei residui attivi con i crediti e dei residui passivi con i debiti.  Il comma 507 della legge di stabilità 2015 prevede come dovrà avvenire la rateizzazione del disavanzo eventualmente emergente dall’armonizzazione e dunque dal riaccertamento straordinario dei residui: fino al 2042 per quelli che lo hanno effettuato nel 2012, e fino al 2043 per quelli che lo hanno effettuato il 1° gennaio 2014. Gli enti, dunque,  provvedono, contestualmente all’approvazione del rendiconto 2014, al riaccertamento straordinario dei residui, cancellando i propri residui attivi e passivi (crediti incagliati, debiti non pagati etc etc), cui non corrispondono obbligazioni perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio 2015.  E tutto  ciò  avviene proprio  dopo l’allarme  della corte dei conti dello scorso anno che ha “contato”  in 33 miliardi di euro l’accumulo di residui attivi ( crediti cioè per lo più inesistenti) nei conti dei comuni italiani  con una riscossione misera (in media il 40%) rispetto all’enorme  appostazione contabile.  I conti pubblici sono  stati velocemente  esaminati e rendicontati con la “presenza”  sotto i tappeti  municipali   di ben 17,6 mld  che  risultavano ancora  da incassare ( circa 35 mila miliardi di vecchie lire)  al 1 gennaio 2014.  Ne deriva da ciò che tale dato riferito ad  un livello di smaltimento dei residui così «marcatamente basso» nei bilanci dei comuni può «nascondere un vero e proprio deficit strutturale», che insidia la «veridicità» dei bilanci locali e naturalmente la tenuta dei conti pubblici. La “chiave di lettura” data dagli analisti è comunque un’altra: le cifre esposte dalla magistratura contabile seminarono lo scorso anno  nuovi dubbi sulla chiarezza dei bilanci locali degli ultimi anni, evidenziandone l’impronta politica su quella propria e specifica di gestione delle risorse pubbliche riservata alla comunità territoriale di competenza. C’è da giurare che nelle prossime e imminenti consultazioni elettorali, le comunità coinvolte e chiamate a rinnovare  i consigli territoriali ( come la Regione  Campania) avranno il tempo di documentarsi e analizzare  le fotografie  delle  contabilità dei propri enti (con priorità su Salerno e Napoli) : premesse necessarie e importanti perché ci sarà in “gioco” l’ attribuzione delle  l proprie preferenze agli aspiranti candidati governatori e consiglieri I conti di bilancio – è risaputo-  se precari, approssimativi,  “ragionieristicamente annacquati”  e  per quanto tali  risultanti non corrispondenti alla effettiva realtà,  non aiuteranno di certo  i responsabili del default ( leggasi governante  comunali)  a  fare passi avanti dalla  loro sfera o  limbo di pura speculazione personale .  L’intervenuta  conoscenza e   sapienza- è risaputo – genera cambiamenti altamente positivi nel campo della coscienza.  L’elettore , per questo, sente ed è consapevole di un nuovo inizio, nel nome e nel segno  di un reale  mettendo alla “gogna” i  veri responsabili della crisi  finanziaria  della nostra “povera  Italia”.