Tax parade: quante tasse pagano gl’ Italiani?

Enzo Carrella

L’ufficio studi della CGIA le ha contate:  la conta ha portato ad un risultato  (poco sorprendente, in verità) di circa un centinaio tra le diverse gabelle  che ossessione gli italiani. A consuntivo, secondo tale analisi, le imprese e privati ne pagherebbero una ogni due giorni. La “cedolare secca” che  lo  Stato incassa annualmente è  pari a 704 miliardi di euro annui tra tasse e contributi. Nella sola annualità  2013 oltre l’83 per cento del gettito tributario è stato introitato grazie a  10 imposte e precisamente: Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta sugli oli minerali, Imu, imposta sui tabacchi, addizionale Irpef regionale, ritenute sugli interessi e altri redditi da capitale e l’imposta sul lotto. Per il 2014, fa sapere la CGIA, tra imposte e tributi lo Stato e le Autonomie locali avrebbero  incassato  487,5 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti i contributi sociali, pari a poco più di 216 miliardi: per cui quest’anno il gettito fiscale complessivo sfiorerà i 704 miliardi di euro. Una serie di balzelli alcuni dei quali risultano quantomeno curiosi: quella sull’aria e sull’ombra  aprirebbero l’elencazione di quelle più fantasiose. Vediamo nel dettaglio il caso in questione e le altre tasse più assurde presenti nella fiscalità italiana

Una tassa sull’ombra: Diversi i commercianti che  all’esterno  del loro esercizio commerciale , per proteggere la vetrina dal sole in modo che i prodotti alimentari non siano direttamente esposti alla luce, hanno  installato piccole protezioni rappresentante da tende di pochi mq. A ridosso  dei   giorni di natale molti commercianti hanno visto bussare alle loro saracinesche per la notifica  delle richieste di pagamento effettuate dai gemelli del goals/riscossione coattiva, vale a dire  Soget/comune. A seguito di ciò, molti destinatari avrebbero minacciato che  appena le condizioni metereologiche lo consentiranno gli aperitivi  saranno somministrati sui marciapiedi  attigui  alle loro “botteghe” e chissà che i vigili non interverranno per sanzionare l’eventuale abuso, pardon divieto di accesso ai pedoni sul suolo pubblico. Tra le imposte più curiose figurano l’addizionale regionale all’accisa sul gas naturale, l’imposta sulle riserve matematiche (una tassa per le società di assicurazione) e le sovraimposte di confine sui gas, gli spiriti, i fiammiferi, i sacchetti di plastica non biodegradabili, la birra e gli oli minerali: ovvero imposte doganali che le aziende importatrici/esportatrici di questi prodotti versano al fisco italiano. Tra le imposte più sconosciute, quella sulla birra, il cui carico fiscale nel 2014 è stato misurato come il 47%, con un rincaro in 10 anni del 114%. Paradossale  il “curriculum” dell’Imposta di scopo Si tratta di un’imposta finalizzata al finanziamento di determinate iniziative, decisi volta per volta. Le tasse di scopo in Italia hanno una lunga storia, a partire da quella per finanziare la guerra di Abissinia del 1935. Sono seguite poi nel 1956 quella per la crisi di Suez, nel 1963 per il disastro del Vajont, nel 1966 per l’alluvione di Firenze, nel 1968 per il terremoto del Belice e nel 1976 per quello del Friuli, nel 1980 per il terremoto dell’Irpinia. Nel 1983 la tassa di scopo ha, invece,  finanziato la missione in Libano e nel 1996 quella in Bosnia. Nel 2004 è stato il turno del rinnovo del contratto degli autoferrotranviari, nel 2011 il finanziamento alla Cultura e l’emergenza immigrazione. Anche l’editoria  ha la sua tassa.  Il decreto sugli eco-bonus del 2013 ha, infatti,  innalzato dal 4 al 21%l’Iva sugli allegati a quotidiani, periodici e libri. Il regime speciale dal 1 gennaio 2014 si è applicato sia a cd che a vidoecassette cedute gratuitamente con quotidiani, periodici e libri. Recentissima, invece, l’introduzione della  Tassa sul fumo (elettronico) L’imposta sulle sigarette elettroniche è stata introdotta dal  1° gennaio 2014 ed  è  pari al  58,5%:  riguarda tutti “i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”. I nostri governanti hanno pensato bene di tassare anche la pausa caffè. L’aliquota fissa sui distributori automatici di alimentari e bevande è cresciuta nel 2014 dal 4 al 10%. Sono coinvolti “distributori automatici collocati in stabilimenti, ospedali, case di cura, uffici, scuole, caserme e altri edifici destinati a collettività”. Il prelievo è finalizzato alla proroga degli eco-bonus sulle ristrutturazioni edilizie. E c’è chi vince  al lotto e  paga: i premi delle lotterie, tombole, pesche o banchi di beneficenza sono tassati al 10 per cento; alcuni premi e lotterie sono soggetti a un prelievo addizionale del 6 per cento della parte della vincita che eccede i 500 euro. I premi dei giochi tv, competizioni sportive o manifestazioni in cui i partecipanti si sottopongono a prove basate sull’abilità o sulla fortuna godono di una tassazione del 20 per cento; altre tipologie di premi sono tassate del 25 per cento. Se i premi sono costituiti da beni diversi dal denaro o da servizi, i vincitori possono chiedere un premio di valore inferiore di un importo pari all’imposta gravante sul premio originario. Sposarsi può costare caro, si sa. E in alcuni Comuni più caro che altrove, soprattutto se non si è residenti. A Roma, ad esempio, costa 200 euro sposarsi in Campidoglio nel week-end e 150 nei giorni feriali per tutti coloro che non risiedono nella Capitale. Ma il record va alla Serenissima: dire “Sì” nel Comune di Venezia in un giorno festivo può arrivare a costare fino a 1.900 euro. Salerno, invece, è più modica nel listino prezzi applicato ai fedeli : dai 100 ai 200 euro . Che dire della Gabella sui lampioni? La tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (TOSAP) è dovuta anche per l’illuminazione. Un bar di Latina, riporta un quotidiano online, si è visto recapitare una bolletta per quattro lampioni, posizionati sotto alle tende per le quali il suolo pubblico è già pagato. Chissà perché vengono, però, esentati i palchi opportunamente installati nei suoli pubblici in occasione dei comizi elettorali e/o politici. Così come  per tali “segreterie politiche” risulta “abbonata” la tarsu/tari  giornaliera  prevista dal dlgs 507/1993 e  recepita da tutti i regolamenti comunali. C’è chi però chi con la fantasia va anche oltre e la pratica. In Ungheria, ad esempio, recentemente l’Ungheria ha deciso di colpire il cibo che fa registrare elevati livelli di grassi, sale e zucchero.  Il contribuente dimagrisce e le casse dell’erario ingrassano. È evidente l’intento di rastrellare soldi in un momento di forte crisi per le casse statali, come sta avvenendo un po’ ovunque. Del resto dall’ imposta non si scappa e, come diceva lo scienziato Benjamin Franklin, “in questo mondo non v’è nulla di sicuro, tranne la morte e le tasse”. Trecento anni dopo, possiamo aggiungere anche l’inesauribile fantasia di chi se le inventa.