Salerno: domani ostensione Sindone al Museo Diocesano

 A proposito dell’Ostensione della Sacra Sindone salernitana – che si terrà dal 24 marzo al 24 maggio 2015 nella Cappella Santa Caterina all’interno del Museo Diocesano San Matteo di Salerno, in parziale concomitanza con l’Ostensione della Sacra Sindone torinese programmata tra il 19 aprile e il 24 giugno prossimi nel Duomo di Torino – una missiva relativa alla nostra Sindone dell’ aprile del 2010: Tra i tanti tesori nascosti di Salerno, forse solo a pochi è noto che, presso il Museo Diocesano San Matteo di Largo Plebiscito nel Centro Storico, si custodisce una Copia seicentesca, della Santa Sindone di Torino, quest’ultima invece custodita nella Cappella della Sindone sotto la famosa cupola del Guarini all’interno del Duomo torinese.

Ricordo che la Sindone piemontese, tela di lino di cm 436 x 110 che lascia intravedere l’immagine frontale e dorsale di un corpo umano, è secondo tradizione il drappo funebre con cui fu avvolto il corpo di Cristo per la deposizione nel Sepolcro. La Santa Sindone di Salerno è un lenzuolo di dimensioni simili, cm 416 x 103, che reca impressa l’immagine del corpo di Gesù.  Essa e’ conservata in un Cofanetto rettangolare con copertura a cuspide, del quale l’esterno è rivestito con velluto cremisi e decorazione giallo-oro, mentre l’interno con raso celeste. Il Cofanetto è retto da 4 pomi dorati, e il vertice del coperchio ha un motivo anch’esso dorato, che fa supporre concluso in origine da una piccola croce. Manca purtroppo ogni documentazione, su come questa Copia della Santa Sindone pervenne alle Clarisse del Convento di San Michele Arcangelo, d’origini longobarde, in Via San Michele nel Centro Storico di Salerno ConventoSanMichele.

A questo proposito di notevole interesse è la serratura del Cofanetto, che comprende una borchia sormontata da una corona regale. Potrebbe ritenersi pertanto, che la Copia salernitana della Santa Sindone sia stata un dono di Casa Savoia. E’ noto infatti che la Venerabile Maria Francesca di Savoia(nata nel 1594 da Carlo Emanuele I duca di Savoia e da Caterina d’Austria), terziaria clarissa, fece eseguire diverse Copie della Santa Sindone torinese per distribuirle a Chiese e Conventi di quell’Ordine. Se tra queste sia da annoverarsi la Copia salernitana, è da ritenersi che sia stato un donativo postumo, perchè la Venerabile si spense nel 1656, mentre sul lato sinistro della Sindone salernitana vi è l’iscrizione “Ex tracum ex originali taurinense anno 1665″(Tratto dall’originale torinese anno 1665). Tuttavia l’anno della morte di Maria Francesca ha gli stessi numeri segnati sulla Copia salernitana, ma in una disposizione diversa: quindi non può escludersi che quel 1665 sia stato un errore dello scrivente, per cui si deve ammettere la possibilità che la Venerabile l’abbia donata proprio nell’anno in cui morì. La Sindone di Salerno però non può ritenersi Reliquia in senso stretto, anche se la tradizione riferisce che le singole Copie nell’atto della loro realizzazione furono tutte messe a contatto diretto con la Sindone di Torino, cosa che farebbe intendere anche il testo dell’iscrizione prima citata. Sta di fatto che le Clarisse salernitane la esponevano nella propria Chiesa di San Michele Arcangelo,, ogni anno nel periodo della Settimana Santa, come una preziosa Reliquia: ancora oggi non mancano Salernitani che ne ricordano l’Ostensione, fatta con una cerimonia di grande solennità, che richiamava una notevole folla.  E’ merito del Museo Diocesano di Salerno l’averla custodita fino ad oggi, dopo la chiusura del Convento di San Michele nel Centro Storico.  Nel 1978 della Sindone salernitana fu data notizia quale eco meridionale alle celebrazioni e alle ricerche scientifiche sull’originale torinese. In quell’anno Monsignor Gaetano Pollio Arcivescovo di Salerno(1969-1984) dispose che fosse esposta per l’intero mese di ottobre, e fosse ritirata poi, per non comprometterne l’iconografia a causa dell’esposizione alla luce. A partire dal prossimo 10 aprile fino al 23 maggio 2010 nel Duomo di Torino vi sarà l’Ostensione dell’originale della Santa Sindone, che richiamerà milioni di fedeli e curiosi da tutto il mondo. Sarebbe un’iniziativa lodevole e intelligente se le istituzioni salernitane – prime fra tutte Curia Arcivescovile, Comune di Salerno e Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici di Salerno – si attivassero di comune accordo per procedere all’Ostensione della Sindone salernitana in contemporanea con quella torinese. Anche così si realizza la “città turistica”. La descrizione e i cenni storici relativi al Telo Sindonico salernitano, contenuti in questa missiva, sono tratti da uno scritto del compianto Direttore del Museo Diocesano di Salerno Mons. Arturo Carucci, alla cui memoria l’articolo in questione viene dedicato. Per la sensibilità dimostrata, si esprimono vivi ringraziamenti a Don Luigi Aversa, odierno Direttore del Museo Diocesano, ma anche a Mons. Luigi Moretti, attuale Arcivescovo di Salerno (in carica dal giugno del 2010), che, venuto a conoscenza dell’esistenza della Sindone di Salerno, l’ha giudicata una gradita sorpresa, e ha quindi sostenuto l’idea di una sua Esposizione al pubblico.

Massimo La Rocca