Salerno: primavera espositiva al Catalogo

Sarà presentata martedì, 24 marzo alle ore 11, presso la galleria Il Catalogo, il primo degli eventi espositivi proposti per questa primavera da Lelio Schiavone e Antonio Adiletta. La direzione della galleria, unitamente ad Ermanno Guerra, assessore alla Cultura e Università del Comune di Salerno, giunta alla sua XLVII stagione, illustrerà la mostra dedicata a Mario Schifano, precursore delle avanguardie artistiche a cominciare dai celebri monocromi fino alla Pop Art, che ha segnato il rinnovamento dell’arte internazionale confrontandosi con Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Franz Kline, Jasper Jones e tanti altri. Lo Schifano, ospite della galleria, a partire da sabato 28 marzo, sarà quello degli anni ’70, quello della crisi nei confronti della pittura, crisi che coincide con un generale ripensamento sulla tradizione pittorica, innescato dal successo delle neoavanguardie concettuali. L’artista in quel periodo elabora un immaginario completamente nuovo, basato sulle immagini mediali che scorrono ininterrotte sugli schermi televisivi sempre accesi in casa e nel suo studio. Con la sua particolare sensibilità multimediale Schifano fotografa immagini di ogni tipo trasmesse dalla televisione, preleva e rifonda l’immagine con un’operazione che compenetra fotografia e pittura. Lavora, come sempre, con immediatezza e velocità. La foto passa attraverso la sua manualità pittorica e viene fermata nel tempo. Si perfeziona e si chiarisce quel concetto di “flusso di immagini” di cui è costituita la vita e l’arte di Schifano: la realtà costantemente mediata da un filtro, che la trasforma in immagine. Il concetto si cristallizza nei Paesaggi TV, che costituiscono la vera novità della sua produzione in questo decennio. Lavorare con una TV accesa ogni momento, gli offre l’opportunità di creare migliaia di istantanee e di immagini che erano dipinte a mano o ritoccate con penne e pennelli. Un flusso continuo di immagini in grado di generare percezioni astratte della realtà, in cui la pittura diviene il punto d’incontro di linguaggi incrociati, realizzati sia mediante la riproduzione “meccanica” dell’immagine, sia mediante il successivo intervento della mano dell’artista.