I Pericoli del mondo: al primo posto il grave rischio della globalizzazione dell’indifferenza

Giuseppe Lembo

C’è all’orizzonte del mondo un grave e devastante pericolo; è il rischio inarrestabile della globalizzazione dell’indifferenza. Un sentimento che, se non si riesce a fermare, sarà la causa di un inarrestabile disastro per l’intera umanità. L’umanità del nostro tempo tutto, ma proprio tutto può sopportare, tranne che l’indifferenza, soprattutto se poi agisce nella sua disumana dimensione di scenari globalizzati. Come arginare un così grave e sempre più possibile pericolo? Con l’umanità; con l’insieme umano aperto alla solidarietà. L’umanità di insieme è la sola forza capace di sconfiggere l’indifferenza.

Un mondo basato sulla globalizzazione dell’indifferenza sarebbe un non mondo; sarebbe un vero e proprio disastro che questa nostra debole umanità d’insieme non riuscirebbe assolutamente a sopportare.

L’uomo, in tutti gli angoli della Terra, in tutti gli spazi umanamente vivibili ha bisogno dell’altro; ha bisogno di sentirsi vicino all’altro.

Non può vivere da “indifferente” insieme agli altri; sarebbe questo, un non vivere; sarebbe questo, un disastro umano, con conseguenze catastrofiche per l’umanità che non può darsi come modello di vita la globalizzazione dell’indifferenza.

Purtroppo, anche questo è un rischio; è un rischio di quel possibile umano che, una crescente follia distruttiva, tende a trasformare radicalmente, separando al massimo l’umanità d’insieme che deve rimanere il più possibile unita; il più possibile, coesa e solidale, cementificando il rapporto dell’uno con quello dell’altro, per costruirsi, costruendosi passo passo, come umanità d’insieme.

Il mondo globale, non ha proprio bisogno di globalizzazione dell’indifferenza.

Ha bisogno come non mai di altro; di quell’altro che possiamo ben sintetizzare in quella mondializzazione solidale, opposta alla globalizzazione dell’indifferenza.

Non è di frazionismi umani che c’è di bisogno; in alternativa a questi, c’è sempre più urgente bisogno di convergenze e di sinergie umane, come espressione di quell’insieme che si deve imporre cancellando, i tanti frazionismi che sono sempre più pericolosamente nemici del protagonismo del mondo globale, così come proposto dai tempi nuovi iniziati per l’uomo della Terra, soprattutto, con l’inizio del Terzo Millennio.

L’uomo non può manifestare la sua indifferenza verso gli altri del mondo; è un dovere morale organizzare il proprio agire anche per il bene degli altri.

L’uomo per il fine unicamente morale del bene degli altri, come ha dichiarato il Papa Francesco per le missioni umanitarie nel mondo si deve muovere, non perché qualcuno ti paga per fare questo, ma perché spinto moralmente a farlo.

La forza etica, molto spesso messa da parte, è una forza insostituibile per il buon funzionamento del mondo; senza un’etica condivisa il mondo, soprattutto il mondo dell’apparire dei nostri giorni ed ancora peggio per il futuro che verrà sbagliando si incammina per le strade maledettamente sbagliate della globalizzazione dell’indifferenza.

Sono strade che portano inevitabilmente a deviare dal giusto cammino umano; portano a chiudersi sempre più egoisticamente in se stessi, trovandosi così a vivere in un mondo globale con protagonista l’indifferenza e con tanta, tanta solitudine, causa crescente di disperazione per l’uomo del futuro che vivrà nella maledetta illusione che la vita può essere anche intesa solo virtualmente, senza i necessari legami con la vita reale.

Ma per questa strada alla quale si sono affezionati gli “invisibili” del mondo, non si va da nessuna parte.

Il mondo ha bisogno e sempre più, dell’insieme umano; ha bisogno  e sempre più dell’insieme umano solidale.

La globalizzazione dell’indifferenza non è assolutamente la risposta giusta per affrontare e vincere le grandi sfide del Terzo Millennio, un tempo umanamente nuovo che, per evitare il crescere delle sofferenze umane, deve saper promuovere la cultura dell’altro; i saperi dell’altro, un’importante ricchezza portata in dono dall’insieme umano, per vivere bene con se stessi ed altrettanto bene insieme agli altri; con tutti gli altri della Terra, che meritano rispetto, amore, considerazione umana e non … la negativa globalizzazione dell’indifferenza.

Che fare? La globalizzazione dell’indifferenza rappresenta, prima di tutto, un grave pericolo per la dignità umana, sia individuale che come espressione d’insieme.

L’indifferenza non produce niente di buono nell’animo umano di chi se la porta dentro; è un danno in sé gravissimo per l’uomo.

Figuriamoci, se diventa fenomeno di globalizzazione umana! Che tragica conseguenza si porta con sé!

È importante per la dignitas hominis pensare al dialogo, al confronto, come forza e coesione che può unire tutto quello che l’indifferenza invece divide.

Mentre con l’indifferenza si aprono le porte della solitudine, compromettendo, tra l’altro la libertà umana, con l’apertura umanamente solidale verso l’altro, si rafforza l’insieme umano, contestualmente alla propria dignità umana ed al proprio essere uomo nel contesto dell’universalità umana.

Questo nostro momento storico, non brilla certamente per le certezze esibite; non brilla, più di tanto, neanche per i testimoni di libertà e per quel saldo modello di saggezza umana assolutamente necessaria per crescere insieme e per percorsi d’insieme alla base di quella coscienza plurale, sempre più in ombra, proprio a causa della crescente globalizzazione dell’indifferenza.

C’è, oltre all’indifferenza umana, soprattutto nel mondo islamico, anche l’emergente pericolo di un fanatismo che riduce la necessaria opportunità del dialogo e del confronto umano.

A questo punto, considerato il grave rischio dell’indifferenza umana nel mondo, dove l’uomo è sempre più solo con se stesso, è opportuno affidarsi all’utopia per un progetto di vita alternativo all’indifferenza, con al primo posto la pace sempre più necessaria al mondo, a grave rischio di uno scontro disumanamente senza appello; per un mondo di pace, con protagonisti i tanti uomini di pace del mondo, occorre appellarsi all’interiorità ed alla libertà di coscienza che può saggiamente restituire il protagonismo dell’essere, il solo capace di sconfiggere l’indifferenza umana forte dell’apparire e del disperato sogno di possesso per sé, togliendo con indifferenza agli altri.

Questa condizione, una mutazione umana gravissima che proprio non si sa, se non cambiano e da subito le cose, dove possa spingere il fare umano durante il percorso storico fortemente accidentato del Terzo Millennio, dimora all’interno di ciascuno di noi.

Occorre fermarsi a riflettere! Occorre, per conservarsi uomini liberi, essere attivamente partecipi a tutte le cose che appartengono all’insieme umano!

Tanto è assolutamente necessario se si vuole essere difensori della libertà umana al di sopra ed al di fuori del mondo di quella angoscia profonda e di quella disperazione umana che non hanno in sé, la soluzione nel dialogo e nel confronto, ma solo ed unicamente nella guerra con uniche protagoniste le armi e la loro terribile violenza.

È bene ricordare, per sperare di fermare il grave e minaccioso pericolo della globalizzazione dell’indifferenza, con conseguenze devastanti come quelle prodotte dalle armi e dal piombo nemico, il libro di Huizinga “Lo scempio del mondo”, che è animato nel suo percorso dal vivo sogno di pace e di civiltà, un sogno che ieri come oggi, serve al mondo per garantire il futuro dell’umanità e prima di tutto ci serve, per ridurre il grave ed irreparabile danno che può venire al mondo dall’idea-pazzia umana della globalizzazione dell’indifferenza, dal sottile e devastante potere distruttivo per l’umanità in tutto, pari a quello della violenza del piombo nemico; del piombo assassino.

Che fare per essere positivamente costruttori e protagonisti del cambiamento possibile?

Mentre scrivo oggi, 6 marzo 2015, questi miei pensieri sulla globalizzazione dell’indifferenza, mi ricordo che è la poco ricordata “Giornata dei giusti”; è la giornata dedicata a chi sa opportunamente ascoltare la propria coscienza in difesa degli altri.

Una giornata al suo terzo anno di vita, di grande importanza, anche se ai più sfugge il significato, cadendo così inopportunamente nell’indifferenza.

Una indifferenza sempre e comunque pericolosa; è pericolosa anche, come in questo caso, di un complice “non ricordo”, trattandosi, tra l’altro, del ricordo della memoria dei giusti, una figura della dimensione planetaria, così come voluta dallo scrittore milanese Gabriele Nissim.

Il mondo dei giusti è l’unico importante riferimento umano per salvarci dal pericolo della globalizzazione dell’indifferenza; tanto, soprattutto, attraverso la grande fede per la giustizia ed in primo piano, per la giustizia centrata sull’uomo e sui suoi diritti assolutamente inalienabili.

Il mondo dei giusti, dei giusti senza barriere e/o steccati che separano a volte violentemente, gli uni dagli altri, è il primo ed insostituibile baluardo di difesa umana da quell’indifferenza che, ovunque nel mondo, diventa sempre più, violentemente padrona dell’animo umano che ha ormai abbandonato le sue naturali difese immunitarie per essersi votato e sempre più, al solo apparire, indifferente all’essere, i cui valori sono contro l’indifferenza umana.

È il mondo dei giusti, un importante riferimento per tutto il mondo che vuole pensare al futuro, pensando, prima di tutto, alla pace dei popoli, un mondo di straordinaria umanità.

Un mondo di cui l’umanità, proprio non ne può fare a meno, perché rappresenta in sé la certezza del mondo contro le tante infamie nascenti che avvelenano la Terra, insanguinandola sempre più spesso, di sangue innocente; di sangue umano che grida vendetta e che non potrà mai essere ripagato per il martirio dei tanti che l’hanno versato.

Dal mondo dei giusti che, molto opportunamente vengono ricordati, così come per una finalmente saggia decisione da parte del Parlamento europeo, che ha voluto il 6 marzo come giornata dei giusti, è un mondo che l’umanità trova sempre al suo fianco per il riconoscimento del diritto ad una società in assoluto rispettosa dei diritti di ciascuno.

Il Giusto, come viene detto da più parti, non è un eroe né un monumento del passato.

Ciascuno di noi può essere un Giusto; ciascuno di noi deve aspirare ad essere un “Giusto”; ad essere un saggio della Terra, per combattere e difendere l’umanità dal pericolo crescente di una disumana invasione rovinosamente distruttiva della globalizzazione dell’indifferenza umana, un pericolo per il mondo che, se diffusa, non permetterebbe al mondo, di salvarsi.