Pozzilli: Giornata Mondiale del Sonno, I.R.C.C.S. Neuromed in prima linea per prevenzione e cura disturbi

Con un buon sonno più salute e felicità. Questo lo slogan che quest’anno ha accompagnato la Giornata Mondiale del Sonno dello scorso 13 marzo. Per l’occasione l’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed insieme ad AIMS (Associazione Italiana di Medicina del Sonno) ha promosso lunedì visite gratuite con gli specialisti del Centro per la Diagnosi e la Cura dei Disturbi del Sonno di Pozzilli. Insonnia, sindrome delle gambe senza riposo, apnee notturne, narcolessia, sonnambulismo, disturbi del movimento, relazioni sonno-epilessia, disturbi di comportamento del sonno rem, russamento con apnee. Questi i disturbi più comuni che spesso vengono trascurati, con la conseguenza che chi ne soffre conduce una quotidianità fatta di malesseri e limiti cognitivi. Senza contare che a lungo andare tali disturbi rappresentano un rischio serio per la nostra salute. Dormiamo per almeno un terzo della nostra vita. Non solo per ricaricarci di energie ed essere efficienti il giorno successivo, ma anche per mantenere in esercizio i nostri circuiti cerebrali e rinforzare la memoria. Una corretta diagnosi ed una cura personalizzata dei disturbi in questo campo, quindi, possono migliorare la nostra vita e prevenire patologie anche serie.In questo campo l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli è fortemente impegnato grazie al suo Centro per la Diagnosi e la Cura dei disturbi del Sonno, una struttura dedicata a diagnosticare e trattare le principali patologie legate all’argomento. Il Centro è dotato di strumentazioni avanzate come esami dinamico-ambulatoriali con strumenti portatili (Actigrafia, Polisonnografia dinamica ambulatoriale, Monitoraggi ambulatoriali con parametri cardiorespiratori) e può servirsi di ambienti dedicati per l’esecuzione di esami polisonnografici diurni e notturni con video-monitoraggio. Inoltre l’approccio multidisciplinare al paziente nel suo percorso assistenziale è garantito anche da un servizio di day hospital che permette un facile accesso a consulenze di tipo otorinolaringoiatrico, cardiologico e psichiatrico.

Il Sonno e i suoi disturbi

Un colloquio con Il dottor Andrea Romigi, Responsabile del Centro Neuromed per la Diagnosi e la Cura dei disturbi del Sonno, e il dottor Giuseppe Vitrani, specialista dello stesso Centro

Le conseguenze di un cattivo sonno sono da ricercare proprio negli effetti da deprivazione cronica del sonno stesso e vanno dalla sonnolenza diurna e stanchezza alla scarsa concentrazione e facile irritabilità, ma anche depressione, disturbi della memoria e dell’apprendimento con conseguente riduzione di tutte le performance cognitive. Non solo, a lungo andare dormire poco e male potrebbe favorire l’aumento di peso, il diabete di tipo II ed essere un fattore di rischio per malattie cardio e cerebro-vascolari. Quasi il 20% di tutte le lesioni gravi da incidenti d’auto, nella popolazione generale, sono associati proprio alla sonnolenza di chi guida, spesso conseguenza di un sonno poco ristoratore.“Non esiste una definizione universale di sonno di buona qualità. – spiega il dottor Andrea Romigi, Responsabile del Centro per la Diagnosi e la Cura dei disturbi del Sonno Neuromed – Esiste però la percezione soggettiva, con cui ci svegliamo tutte le mattine, di una qualità ristoratrice del sonno. E neanche possiamo parlare di una durata giusta. Si ritiene, indicativamente, che il termine di sette ore sia la media di durata di un sonno soddisfacente. Ma esistono geneticamente “corti” o “lunghi” dormitori, che possono avere sufficiente qualità ristoratrice anche in sei ore di sonno o avere necessità di almeno nove ore. È quindi di nuovo la percezione soggettiva che ci dice se il sonno è di buona o di cattiva qualità”. E quando cominciamo ad avvertire qualcosa di strano nel nostro sonno, non è il caso di attendere troppo, come spiega ancora Romigi: “Quando i sintomi cominciano ad avere una durata che travalica la singola settimana e arriva al mese, quello comincia a essere un campanello d’allarme. La cartina di tornasole è da una parte la cattiva percezione del sonno, dall’altra la percezione della difficoltà nello svolgere le attività diurne, perché il dormire male si riverbera nell’attività quotidiana. L’insonnia è certamente il disturbo più conosciuto, e sicuramente è quello che viene portato più frequentemente all’attenzione del medico. E’ caratterizzato da quattro aspetti su cui bisogna porre l’attenzione: la difficoltà ad addormentarsi, la difficoltà a mantenere il sonno, il risveglio precoce al mattino e la difficoltà a svolgere le attività diurne”. La prevenzione può però fare molto. “Noi la chiamiamo igiene del sonno – continua il Responsabile del Centro – che consiste nella regolarità degli orari di addormentamento e di risveglio. Può essere utile, inoltre, non svolgere attività fisiche serali, non assumere eccessive quantità di cibo, di alcolici, di bevande che contengono sostanze stimolanti e non fumare. Tutti questi elementi peggiorano la qualità del sonno e ne ritardano l’arrivo. E dobbiamo anche parlare dell’utilizzo di dispositivi tecnologici, come tablet e telefonini, nonché l’utilizzo della televisione nella camera da letto. Tutte cose che dovrebbero essere evitate. E non dimentichiamo che un cattivo sonno, non trattato, può influenzare negativamente la vita di tutti i giorni quindi la sfera lavorativa, sociale, affettiva fino ad arrivare alla sonnolenza diurna, che significa rischio di incidenti stradali e sul lavoro”.“L’insonnia non è una vera e propria malattia, – spiega il Dr. Giuseppe Vitrani, specialista del Centro per la Diagnosi e cura dei Disturbi del Sonno – ma può essere un sintomo di svariate condizioni patologiche, oppure secondaria a particolari situazioni familiari o ambientali. Ne soffre circa il 10-15% della popolazione generale e ne sono più colpite le donne rispetto agli uomini. Questo è legato sicuramente alla ciclicità ormonale, ma soprattutto al ruolo che oggi la donna riveste non solo nella vita di tutti i giorni, badare alla famiglia ed accudire i figli, ma anche nel  mondo del lavoro, con notevoli responsabilità associate. Tutto questo si traduce in un maggiore tasso di stress che si ripercuote negativamente sulla qualità del sonno. A sua volta tale disturbo può interferire con il benessere psicofisico della persona che ne è affetta con sintomi quali sonnolenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, per dirne solo alcuni”. Fondamentale è non lasciare che un’insonnia transitoria diventi cronica, in quanto quest’ultima sicuramente sarà più difficile da trattare. Ma i disturbi del sonno non si limitano alle classiche notti in bianco della letteratura. Così Vitrani ci guida in una ampia panoramica.“Per quanto riguarda la Sindrome delle gambe senza riposo può essere definita come quel disturbo caratterizzato da un bisogno irrefrenabile di muovere le gambe, a causa di una sensazione di fastidio, dolore e/o formicolio agli arti inferiori. I sintomi vengono peggiorati dal riposo e si presentano prevalentemente nelle ore serali, quando il soggetto va a letto per dormire. Bisogna dire che spesso è presente una familiarità, mentre a volte la sindrome invece è secondaria a determinate condizioni, quali la gravidanza, la carenza di ferro, l’insufficienza renale, il diabete, o la Malattia di Parkinson. Nella maggioranza dei casi, però, si tratta di un disturbo “idiopatico”, cioè non riconducibile ad una causa effettiva. Comunque da recenti studi sembra che la causa della malattia sia da ricercare nell’alterazione del metabolismo di un particolare neurotrasmettitore, la dopamina, in alcune parti del sistema nervoso centrale, quali il tronco dell’encefalo o il midollo spinale”.

Altro frequente e comune disturbo è il russamento. Colpisce il 50% degli uomini ed il 30% delle donne fra i 40 ed i 60 anni. Ad ognuno di noi può capitare di russare di tanto in tanto, ma se il fenomeno si presenta di frequente, può influenzare la qualità del sonno, oltre che diventare un problema sociale e infastidire i propri familiari e/o compagni di stanza. Fattori che tendono a peggiorare tale disturbo sono il sovrappeso, la posizione supina, il fumo, l’alcool. Ma quando dobbiamo iniziare a preoccuparci?“Il russamento, associato a pause respiratorie più o meno lunghe durante il sonno, potrebbe celare una Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, che va rapidamente diagnosticata e trattata, e mai sottovalutata.”.

Il sonnambulismo ha da sempre destato una certa curiosità, ed ha popolato l’immaginario collettivo. Fa parte dei disturbi del sonno classificati come parasonnie. Nonostante possa impressionare, è del tutto benigno e a risoluzione generalmente spontanea. Colpisce prevalentemente i bambini (tra i 4 e i 12 anni), e di solito tende a scomparire spontaneamente con la pubertà.“Chi ne soffre – spiega Vitrani per chiudere questa carrellata – compie dei movimenti o comportamenti, a volte anche complessi, senza averne coscienza: in realtà sta continuando a dormire. Si siede sul letto con gli occhi aperti, oppure si alza, cammina, compie comportamenti automatici come lavarsi o vestirsi, accendere la tv, aprire e chiudere porte e/o finestre. Tutto ciò senza che al mattino ricordi nulla di quanto accaduto. Al termine di ogni episodio, di solito, il soggetto torna spontaneamente a letto a dormire. Una cosa importante è: non provare mai a svegliare un sonnambulo, poiché ciò potrebbe scatenare comportamenti aggressivi da parte dello stesso. Inoltre una soluzione per evitare spiacevoli inconvenienti è quella di proteggere gli ambienti in cui la persona dorme (basterà bloccare porte e finestre). Non è ancora perfettamente chiaro il meccanismo alla base del sonnambulismo, di certo è che si transita da un sonno molto profondo ad un’attività che somiglia a quella di veglia dal punto di vista Elettroencefalografico. In sostanza il cervello dei sonnambuli è un cervello molto attivo”.