Pagani: Casa Babylon Teatro “La storia della bambola abbandonata”

Le cose sono di chi le migliora, di chi le ama e le difende oppure di chi le ha ricevute senza aver fatto nulla per conquistarle? Questo l’interrogativo al centro de “La storia della bambola abbandonata”, in scena giovedì 19 marzo alle ore 9,15 presso il teatro Sant’Alfonso Maria De’ Liguori di Pagani (SA). Il sesto appuntamento della decima edizione della rassegna per bambini e ragazzi “Primavera teatro”, organizzata da Casa Babylon, vede in scena uno spettacolo dal forte impatto etico. Così come educativo ed etico è lo spirito che anima l’intera rassegna, che con le sue matinée sta riempiendo il massimo cittadino. Per Casa Babylon, in un mondo in cui l’immagine televisiva e tecnologica domina la formazione e l’educazione dei nostri ragazzi il teatro, con la sua presenza scenica viva, rimane un formidabile strumento di crescita. Il testo in scena, tratto da un libro per bambini dello scrittore spagnolo Alfonso Sastre, racconta di un gruppo di bambini impegnati a giocare e che all’improvviso si trovano di fronte al dilemma di dover scegliere tra cosa è bene e cosa è sbagliato. Paca e Lolita sono due bambine coetanee. Paca trova nell’immondizia una vecchia bambola malandata, gettata via dalla ricca e viziata Lolita. La prende con sé e, con l’aiuto di alcuni amici, la ripara. Lolita, indispettita nel vedere il suo vecchio giocattolo tornato come nuovo nelle mani di un’altra ragazzina, lo rivuole indietro. Come risolvere la lite? Nella storia di Sastre si innesta il racconto Il Cerchio di gesso del Caucaso di Bertolt Brecht molto simile per la tematica che tratta a “La storia della bambola abbandonata”. Nella fiaba Il Cerchio di gesso del Caucaso due donne si contendono un bambino, abbandonato dalla ricca madre naturale ma raccolto e allevato con amore dalla povera serva Gruscia. Sarà un giudice a decidere se debba prevalere la legge del sangue o quella dell’amore.  Sastre sottolinea che con amore e affetto, tutto si può aggiustare. Semplice ma profondo. Così, quando Lolita si presenta in scena dicendo che è ricca e ben vestita, qualcuno le dice: «Non contano i vestiti ma il cuore». Una battuta stupenda che ci ricorda una volta di più, se ce ne fosse bisogno, che tutta la nostra tensione è ai giovani che bisogna rivolgerla: con semplicità e amore.