Vallo di Diano: Codacons, presidente Regione Basilicata invita impegno per campo energetico

Stiamo vivendo un’epoca di transizione in attesa della prossima “rivoluzione industriale” (così come descritta nei recenti saggi di Jeremy Rifkin). Il futuro modello produttivo non sarà più dipendente dai carburanti fossili, ma solo dalle varie fonti rinnovabili, quali l’energia solare, l’energia idroelettrica, l’energia eolica, l’energia derivante dal moto ondoso o dalle maree, l’energia geotermica, l’energia prodotta attraverso la combustione di biomasse. L’era dei carburanti fossili sarà in futuro vista come una breve parentesi nella storia dell’Umanità. Dallo sfruttamento del primo giacimento di petrolio in Pennsylvania nel 1859 all’avvento della “terza rivoluzione industriale”, tutta fondata sulle energie rinnovabili, saranno trascorsi, guardando in retrospettiva dal quarto millennio, poco più di duecento anni. Questa premessa era necessaria, anche a fronte delle recenti scelte del governo italiano nel campo delle politiche energetiche. Infatti, il decreto sblocca-Italia, oggi legge dello Stato (Legge 11 novembre 2014, n. 164), sta creando non poche preoccupazioni per il rischio di trivellazioni anche nel Vallo di Diano e per un paventato raddoppio delle estrazioni in Basilicata. La puntata di PRESADIRETTA di domenica scorsa (22-02-15) ha fornito un quadro molto chiaro su questi aspetti. E siamo in molti a chiederci quali danni ambientali il suolo e le falde acquifere potrebbero subire all’indomani di un eventuale sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti a migliaia di metri nel sottosuolo. Tuttavia, nel quadro politico attuale, in cui forse si vuole che le voci dei cosiddetti “comitatini” abbiano l’innocuo e inconcludente carattere del dissenso interno alle forze di governo, potrebbe sembrare del tutto inutile imbastire un dialogo sui “massimi sistemi” energetici. Eppure, bisogna insistere nel riproporre modelli di società alternativi a quello presente.All’improvvida frase del presidente della Regione Basilicata sulla parte che il nostro Vallo dovrà fare in campo energetico hanno risposto alcuni valvassini locali, propaggini di un potere centrale che da anni sta depauperando il Vallo di Diano con vari saccheggi, di varia natura. Si va dal campo puramente istituzionale (tribunale) a quello sociale (acqua, sanità pubblica, trasporti, servizi in genere) a quello più squisitamente politico (perdita di rappresentatività a livello sovra-territoriale e dipendenza da territori limitrofi). Abbiamo altre volte denunciato come sia pericoloso per il cittadino non trovare punti di riferimento certi nelle politiche locali: le stesse minuscole cinghie di trasmissione del potere centrale (che ha imposto lo sblocca-Italia) oggi sembrano volere assecondare la protesta che viene da un territorio già martoriato da anni di incuria ambientale. Noi continueremo a denunciare queste incongruenze, per salvaguardare il diritto del cittadino a una rappresentanza chiara e inequivoca sia in ambito locale sia a livello nazionale. E concludiamo con le parole di Jeremy Rifkin sulla possibilità che abbiamo, oggi, di costruire una civiltà diversa, definitivamente svincolata dall’era del petrolio.Il sole splende ovunque nel mondo, ogni giorno. Ogni giorno, il vento soffia su tutto il pianeta. Tutti noi abbiamo fonti di calore nel sottosuolo, che possono essere trasformate in energia. Se viviamo in aree rurali possiamo riutilizzare gli scarti agricoli e forestali. Se viviamo in regioni costiere possiamo sfruttare il moto ondoso. Abbiamo i rifiuti che possono essere trasformati in energia, così come le cascate possono generare energia idroelettrica. Il pianeta ha energia sufficiente per sostenere la vita per milioni e milioni di anni a venire. La domanda è se queste nuove generazioni avranno il desiderio e la volontà di conseguire questa nuova rivoluzione industriale“.

prof. Roberto De Luca

responsabile della Sede