Cattolici coerenti?

di Rita Occidente Lupo

La fede senza le opere, sterile! Un tempo, l’apostolo Giacomo ricordava ai primi cristiani che non sono le pie pratiche, a garantire sterilmente la salvezza, bensì la vita coerente col proprio credo. Oggi, anzi da un bel pezzo, non novità per alcuno, che la fede rischi un grosso ruzzolone in quella fetta occidentale, stimata cattolica per antonomasia. Un po’ come i cristiani di Corinto, specialmente coloro che svezzati a pratiche mnemoniche preconciliari ed a masticati precetti domenicali, convinti dell’esser praticanti,  con pedissequa osservanza di norme e comandamenti, anche senza intenderne il significato. La rilettura interpretativa dei comandamenti in prima sera, targata recentemente Benigni, ha strappato il plauso anche di Papa Francesco, sorridente al buontempone Roberto, per quella chiave di lettura razionale, per troppo tempo elusa. Sulla conoscenza della fragilità umana, barcollante nel decollare verso l’alto, ogni qualvolta frenata dal vizio e dal marchio originale. Come annotò Dante, esaminando la sua posizione nell’andare: il piede posteriore, sempre più fermo a retrocedere, anzicchè assecondare quello anteriore nel salire verso il Paradiso. Mentre in altre religioni, la pratica tutt’uno col proprio dio, per molti cattolici  mai come in questo momento tutto opinabile e soggettivo. La stessa concezione del peccato, medioevalmente angosciante, oggi legittimata da una rivisitazione delle antiche categorie. In tale ottica, sagrestie svuotate, chiese deserte, vocazioni sparute…e Papa Francesco, che mediaticamente  centra il cuore dell’uomo con le sue scarpe ortopediche, all’insegna del Crocifisso gesuita. Un Pontefice che convive con l’ emerito dimissionario Ratzinger, fatto epocale. Un Francesco che va e ripara la Chiesa del terzo millennio, spingendosi fino ai confini della Terra senza paura. Il recente viaggio nelle Filippine, tra una plaudente popolazione in ginocchio per il disastro recente: la sua solidarietà nel voler condividere lutto e dolore con chi provato, senza azzardare risposte agl’interrogativi sul perchè nel misterioso piano divino. Lui che, dinanzi alla pressante piazza francese, in nome della libertà d’opinione, pratico suggerisce lo schiaffone, a chi gli offende la madre. Rimarcando il rispetto verso l’altro sempre e comunque. Quello che manca al mondo cattolico, spesso evoluto dalle pie pratiche cristiane, il piglio della coerenza! Da recuperare, per non lasciar spazio ad equivoci ed a perdite d’identità: da difendere con mezzi leciti, su barricate di pace.  Cristiani tiepidi, timorosi, di comodo…della domenica. Allungando il cannocchiale, l’invito ad essere testimoni, martiri del proprio credo, fino all’eroismo della vita. Un tempo, nell’arena, i primi cristiani, pronti ad affrontare le fiere: oggi, il compromesso con la mondanità, l’autonomia nel volersi ergere a paladini di verità, allungando le distanze dal Magistero, non sempre assecondante le esigenze umane. Ma la vita del cristiano,  di croce e salvezza, morte e resurrezione, un invito “Chi vuol venire dietro di me…” senza coercizioni!