Davide Moro si presenta alla Salernitana

                                       Maurizio Grillo

E’ il giorno di Davide Moro, nuovo centrocampista granata presentato al Seci Center di Pontecagnano in compagnia del direttore sportivo granata Angelo Fabiani. Il mediano proveniente dall’Empoli è apparso molto carico per la nuova avventura: “Per me è un’emozione unica essere qui anche se ho calcato campi di B e di A”. Chiusa la parentesi Empoli, Moro si prepara a vivere quella salernitana: “Ho voluto salutare e ringraziare società e tifosi ma ora per me inizia l’avventura in una pizza importante, con umiltà e sapendo che c’è una rosa importante e per me questa non è una serie C, proverò a mettere in difficoltà il mister per farmi giocare come fanno tutti”. Sui motivi che hanno portato Moro ad accettare Salerno: “Ho scelto Salerno perché ha degli obiettivi, ha un futuro e io ho creduto in questo progetto. Siccome mi piace lottare ripeto che per me questa non è una squadra di Lega Pro, non puoi dire di no alla Salernitana. Ovviamente non sono un calciatore tecnico, però posso promettere che darò l’anima e che la mia maglietta al 90′ sarà sudata”. La condizione è discreta:“Fisicamente sto bene, mi ci vorrà un po’ di tempo per trovare la forma migliore però ho fatto tutti gli allenamenti senza saltarne uno”. La trattativa è stata veloce: “Non ci sono misteri, mi hanno contattato e ho espresso la mia volontà. Abbiamo trovato l’accordo e sono venuto qua, ovviamente sapere che questa società ti vuole è importante. Ho parlato col mister e io darò il massimo in ogni caso, chiaramente potrei essere più indietro atleticamente, è fisiologico, ma non siamo lontanissimi dalla condizione migliore”. In estate non c’erano stati contatti: “Il mio procuratore non mi ha detto niente. Girano voci, ma volere davvero un calciatore è un’altra cosa”. Moro può ricoprire qualsiasi posizione nella zona nevralgica del campo: “Io ho fatto metà della mia carriera in posizione di mezz’ala in un centrocampo a tre o a due, e l’altra metà l’ho giocata da centrocampista centrale. A decidere comunque sarà il mister, bene o male so giocare in tutte le zone del centrocampo, se mi viene chiesto posso giocare anche in porta”. Un passaggio sulla differenza che intercorre tra la serie A e la Lega Pro: “Dalla A alla Lega Pro c’è differenza tecnica, ma in ogni categoria se non dai il massimo e non rispetti l’avversario ti trovi male dappertutto. In questa Lega Pro il gruppo è importante perché possono esserci momenti negativi e questi vanno messi in conto, ed è lì che il gruppo deve venire fuori. A me ad Empoli è capitato che eravamo ultimi e arrivammo alla finale play – off con il Livorno e lì il gruppo è stato fondamentale. I risultati negativi possono esserci, ma l’importante è non andare giù quando si perde, ci si da tutti una mano e si risale insieme”. Moro conosce la platea salernitana: “Nel 2004 ho giocato qui con Somma, e l’impatto fu importante perché in quel campionato c’erano pochi palcoscenici simili. Quando vedi quella curva rimani a bocca aperta”. Oggi Moro ha già conosciuto i suoi nuovi compagni: “Arrivato al campo ho salutato Calil, Pestrin e ne ho conosciuti altri. Ho ricevuto un’accoglienza sincera, con un sorriso giusto. Ho visto Pestrin che si stava medicando il ginocchio e gli ho fatto gli auguri di guarigione”. La voglia di far bene è tanta: “Io sono arrivato oggi. Vorrei subito andare in campo perché quella è la risposta a tutto. Il mio sogno è di dare il mio contributo alla causa, il sogno è scontato ma per arrivarci bisogna inserirsi e fare tutto ciò che è necessario”. Moro conosce bene alcuni grandi ex calciatori granata: “Ho sentito Vannuchi, Balli, Tosto, e mi hanno detto che Salerno è una piazza importante”. Gli ultimi mesi con la maglia dell’Empoli non sono stati facili per Moro: “Come ho detto prima c’è un inizio ed una fine, il mio ciclo ad Empoli è finito. Umanamente non era una gioia, sono venuto qui per avere gli stimoli giusti e credo che Salerno sia una piazza molto stimolante e mi sono buttato il passato alle spalle. I ricordi non si cancellano ma ora voglio aprire un nuovo libro qui a Salerno”. I rapporti sono buoni anche con il patron della società toscana: “Ho ringraziato tutti, chiamerò il presidente e lo ringrazierò a telefono, nel calcio ci si può lasciare bene o male, ma sono cose che succedono. Io sentivo Empoli come casa mia, è stato brutto ma li ringrazierò sempre per quello che mi hanno dato”. Moro è pronto a vivere gli umori di una piazza importante come quella salernitana: “Ad Empoli non c’era questo pubblico, qui c’è più tifo, si sentono di più sia gli applausi che i fischi. Dobbiamo essere bravi a reggere eventuali pressioni, l’importante è dare sempre il massimo perché i tifosi vogliono vedere la squadra combattere sempre, ovviamente ci devono essere anche i risultati”. Un altro breve passaggio sulle caratteristiche tecniche: “Io sono come Sasà Avallone, punto sull’umiltà. Non sono l’ultimo arrivato ma in campo metterò le mie caratteristiche, ovviamente non rischierò facendo cose che non mi competono”. Si parla ancora degli ultimi mesi di Empoli: “Dico le cose come stanno, ho avuto dei problemi personali e poi c’è stato l’infortunio al ginocchio nel mese di dicembre, ma quando ci sono delle difficoltà si può anche essere pochi lucidi. Poi il mister ha deciso di far giocare qualcun altro al mio posto e c’è stato questo stop, ma io mi sono continuato ad allenare con i miei compagni”. Moro conferma che nel calcio i cicli possono chiudersi: “La riconoscenza nel calcio può esserci o meno però i cicli si chiudono, è come quando si litiga con la compagna, ma la vita va avanti. C’è stato un passaggio meno felice, ma ho ricordi belli che però li voglio lasciare alle spalle. A Salerno già ho raccolto qualche bel ricordo con la forza che la società ha avuto nel prendermi, starà a me raccoglierne altri”. Infine una battuta su patron Lotito: “Ci siamo sentiti telefonicamente, ovviamente lui voleva palpare l’entusiasmo ed io ho espresso la mia volontà di venire qui. Mi ha fatto piacere sentirlo”.