Nocera Superiore: alla Biblioteca Comunale “Libri Corsari-narrazioni di un tempo inquieto”

Venerdì 16 gennaio ore 19.30 presso la Biblioteca “Aldo Moro” di Nocera Superiore, il primo appuntamento con la rassegna “Libri Corsari-narrazioni di un tempo inquieto”. In presentazione, il nuovo libro di Giuseppe Acconcia “Egitto. Democrazia Militare”, pubblicato per i tipi di Exorma. La rassegna è a cura di Davide Speranza ed è organizzata da Polis Sa, Officina2009, FotogrammaZero e Igo (Istituto Galante Oliva).La rassegna prevede 6 libri, uno al mese tra gennaio e giugno 2015. Si parte con venerdì 16 gennaio, Egitto. Democrazia militare, di Giuseppe Acconcia (Exorma editore); venerdì 13 febbraio 2015, Suerte. Io, Ilan Fernandez narcotrafficante. Una confessione, di Giulio Laurenti (Einaudi editore); venerdì 20 febbraio 2015, Fuoco sulla Città di Cilento, Ciriello, De Core, Del Prete, Del Tufo, Di Costanzo, D’urso, Ferrè, Frasca, Marsullo, Menna, Milone, Pellegrino, Petrella, Pingitore, Porzio, Rinaldi, Solla, Tricarico, Virgilio, Ziviello, Zunica (Ad Est dell’Equatore); venerdì 10 aprile 2015, La prova del 6, diAntonia Dininno  (Ad Est dell’Equatore); 22 maggio 2015, Precariopoli, di Fabio Lastrucci (Milena Edizioni); 12 giugno 2015, La Grande dittatura, di Antonio Polichetti (La Scuola di Pitagora Editore). Il libro del 16 gennaio: Egitto. Democrazia Militare. Un reportage di grande attualità. Uno sguardo dall’interno su tre anni di eventi rivoluzionari che hanno cambiato l’Egitto. Ben oltre la cronaca, il libro rivela l’immagine di un Paese che in poco tempo ha visto il movimento di piazza trasformarsi in un colpo di stato militare ed è alle prese oggi con una condizione di severo e completo controllo sociale e politico. L’incoronazione dell’ex generale Abdel Fattah al-Sisi come nuovo presidente egiziano ha chiuso tre anni rivoluzionari che hanno cambiato il Paese. Il racconto dal basso delle rivolte di piazza descrive un Egitto straordinario, diviso tra modernità e tradizione, dalla repressione di migranti e minoranze, alla punizione collettiva delle tribù del Sinai, dagli operai delle fabbriche di Suez al massacro di Rabaa al-Adaweya. Piazza Tahrir da laboratorio di politica di strada è diventato il centro della repressione, con le centinaia di stupri contro le donne che hanno preso parte alle manifestazioni. Eppure gli islamisti avevano gioito per la vittoria del primo presidente eletto della storia egiziana, Mohammed Morsi, dopo mesi di violenze, le contestazioni degli operai di Mahalla al Kubra, la strage dello stadio di Port Said e gli scontri tra sufi e salatiti al confine libico. Sebbene il movimento sociale di piazza Tahrir del gennaio 2011 si sia trasformato subito in un colpo di stato militare, l’esercito ha agito con cautela per riprodurre il consueto rapporto tra élite politica e militare, intervenendo sul potenziale rivoluzionario dei movimenti di piazza. L’incontro a Tahrir tra gli organizzatissimi Fratelli musulmani e i giovani rivoluzionari ha immediatamente disattivato il potenziale del movimento. Ma le forze armate hanno voluto di nuovo azzerare la distinzione tra politici e militari intervenendo direttamente… Prefazione di Sonallah Ibrahim.