Brindare alla morte?

di Rita Occidente Lupo

Usanza, nei periodi festivi dell’anno, di visitare il cimitero, per porgere un saluto ai cari estinti. Fiori, lumini, non solo il 2 novembre, ma anche in altri momenti clou dell’anno. C’è chi non riesce a distaccarsi dal proprio caro, specialmente se il decesso avvenuto in modo repentino e traumatico e trasforma la lapide di marmo o la cappella familiare, in una sorta di seconda casa, in cui porre oggetti o simboli cari al defunto o appartenutigli in vita. Un po’ come le antiche piramidi: anche in Italia, l’usanza di affidare oggettistica, come se potesse esser ancora vissuta, a chi vive una dimensione spirituale, avendo chiuso gli occhi alla vita. Eredità d’affetti, la tomba, scrisse Ugo Foscolo nei Sepolcri, carme nel quale la corrispondenza d’amorosi sensi, sembra pulsare. Paese che vai, usanza che trovi: qualcuno, addirittura ha pressato troppo la mano a riguardo, dimenticando che la morte resta pur sempre un momento di rispetto e di lutto, per il distacco terreno. A tal punto che in Francia, tempo fa, qualcuno ad elaborare il lutto, spingendosi a brindare con lo champagne sulla tomba del caro estinto. A Sauveterre, nel dipartimento del Gard, Josiane, la moglie del defunto – Jean-Luc Couston, insieme con il figlio e tre amiche, a sollevar calici..al punto da esser multati per aver violato le norme “sulla tranquillità, la sicurezza, la salute pubblica”. Sdegnata “la trasgressiva”  Josiane, a ribellarsi, incisivizzando il desiderio del congiunto, esser ricordato in un clima gioioso: come nella tradizione familiare, tavola imbandita, al termine dei funerali. Usanza che ancora in altri Paesi europei, regge. Il concetto del passaggio terreno, interpretato come festa di gioia: la fede cristiana, ricordando le parole francescane “Sorella morte corporale”, invita a mandar dietro lacrime e mestizia, per gioire della nuova vita di salvezza, per il defunto. Se poi questi non sarebbe stato uno stinco di santo, da meritare la gioia del Paradiso, beh altra storia. In ogni caso un invito a non fasciarsi il capo dal dolore…. anche se lo stesso Cristo, a pianger la morte dell’amico Lazzaro! In quanto la morte, merita sempre decoroso rispetto!

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