L’era digitale contro la capacità di produrre idee

Giuseppe Lembo

Oggi è l’era del digitale: mentre avanzano le conquiste in tale campo, diminuisce la capacità umana di elaborare e di produrre idee. Con l’avvento dell’era dei computer è andata, tra l’altro, sempre più crescendo la confusione tra la vita virtuale ed il mondo reale. Purtroppo l’era digitale in inarrestabile crescita va cancellando sempre più l’identità umana; tanto, spacciando come realtà quotidiana la vita virtuale del web; è questa, espressione di un mondo irreale, che va all’attacco di una modernità fittizia tanto che, in tempi non lontani, potrebbe anche aprire le porte a nuove forme di schiavitù umana. Anche l’affascinante avventura virtuale di questa nostra era digitale, c’è e può anche scomparire come per incanto, così come ce l’hanno cucita addosso gli altri del mondo globale. Qualcuno del mondo potrebbe rompere l’incantesimo e così farci ritrovare con il nostro PC spento e senza quella sua anima che oggi ci mette a continuo contatto con il mondo. E così verrebbero drammaticamente ad interrompersi i tanti sogni magici della nostra vita virtuale, il cui attuale corso è assolutamente prevalente sulla vita reale. Se tanto accadesse (e può accadere in qualsiasi momento) il nostro PC, sempre più senz’anima, rappresenterebbe semplicemente uno stupido ed ingombrante oggetto, assolutamente inutile; un oggetto che non servirebbe a niente; proprio a niente e quindi da buttare via come un qualsiasi oggetto inutile da eliminare, andando a sporcare il sempre più sporco nostro mondo. Il dramma umano sarebbe a questo punto, un dramma senza fine. Ci troveremmo a vivere in modo del tutto inutile con il giocattolo PC, un oggetto che non servirebbe a niente; tanto, circondati da un deserto sabbioso nel quale, come per incanto, non crescerebbe e non vivrebbe più niente. Tragedia ultima di tanto e tale disastro sarebbe il sempre più possibile “deserto delle  idee”; non crescerebbero più idee e pertanto avremmo un’umanità disperatamente vuota destinata inevitabilmente a finire, con il niente che va verso il niente.