Il rapporto Angeli e Defunti secondo il Cattolicesimo

don Marcello Stanzione

Secondo la mistica cattolica austriaca Gabrielle Bitterlich (1896-1978), fondatrice dell’Opus Angelorum, è proprio durante l’agonia del cristiano che l’angelo custode può intervenire efficacemente. Nelle rivelazioni private della  Bitterlich, l’angelo custode è proprio colui che ricorda al moribondo i fatti della sua infanzia, le sue prime preghiere, la sua mamma che gli mostrò la croce e gli richiama i ricordi positivi… in tal modo in innumerevoli casi  si scoglie nell’uomo e nella donna la crosta indurita della lontananza da Dio e in questi minuti egli ritorna bambino e aperto alla grazia. Soprattutto l’angelo custode allontana le tremende seduzioni dei demoni maligni che tentano di spingere il moribondo alla disperazione. L’angelo  tenta di rivolgere lo sguardo del morente verso la croce e l’immagine della madonna e verso quelle persone che lo possono aiutare spiritualmente. Poco prima di morire la persona diventa come un bambino stanco, che cerca solo di tornare a casa. E’ questo il momento della lotta diretta tra l’angelo e il demonio per la conquista definitiva di quest’anima, dove l’angelo combatte in sua difesa come una madre combatte per la sua creatura. Nell’istante in cui l’anima si separa dal corpo e si deve presentare al Giudizio di Dio anche allora l’angelo ha ancora la possibilità di aiutare il suo protetto presentando tutte le opere buone che quell’anima ha fatto in vita. Dopo la morte, la fede cristiana afferma che le anime separate dal corpo si trovano di fronte ad una triplice situazione. La prima situazione postmortem, dolorosa assai ma purtroppo possibile, è di coloro che chiudono il tempo della loro esistenza terrena con la coscienza in peccato mortale, e senza aver chiesto sinceramente perdono a Dio. Per i reprobi il giudizio divino è chiaro ed inappellabile: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli” (Mt.25,41). Queste anime conoscono Dio con la stessa conoscenza “analogica” che avevano durante la loro vita, fattasi però più profonda perché libere dai condizionamenti della vita terrestre. Tale conoscenza è la ragione della “pena del danno” che costituisce il loro inferno. Conoscono infatti il Bene infinito che per colpa loro hanno perduto, senza la speranza di poterlo, un giorno, possedere. Questo è il più terribile tormento perché penetra la stessa natura dell’anima, creata per la conoscenza della verità e per la fruizione del sommo Bene. Per queste anime la Chiesa non prega né può pregare perché irreparabilmente perdute nella dimensione detta “ Inferno”. La seconda situazione è di coloro che passano da questa vita all’altra, non solo in amicizia con Dio, ma anche con una perfetta purificazione da ogni penalità dovuta per i peccati. Per queste anime elette si realizzano le parole che Gesù disse al ladrone in croce: “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso” (Lc.23,43). Il cristiano può compiere questa totale purificazione con il dolore perfetto dei suoi peccati, con l’amore sincero verso Dio, con la penitenza volontaria, con l’indulgenza e con tante altre opere buone. Queste anime sante, lasciate il corpo e giudicate favorevolmente, riceveranno immediatamente da Dio il dono di una Grazia speciale che eleva il loro intelletto e la loro volontà e le rende idonee ad una chiarissima conoscenza di Dio. Questa grazia speciale, propria degli eletti, è chiamata dai teologi “lumen gloriae” o “gratia visionis”. La terza situazione, forse quella più frequente, è di coloro che muoiono con la coscienza monda dal peccato grave, ma non totalmente purificata, così da essere degni dell’immediata visione di Dio. Per queste anime la misericordia di Dio ha predisposto in tempo, più o meno lungo, di purificazione: il purgatorio. L’esistenza del purgatorio ha un duplice fondamento, innanzitutto la fragilità umana sempre peccatrice. L’apostolo Giovanni afferma decisamente: “ Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.”(1 Gv.1,8). Il secondo fondamento per l’esistenza del purgatorio è l’infinita santità di Dio che non può tollerare alla sua presenza alcun peccato. L’unanime tradizione del cattolicesimo che da sempre ha pregato e prega per i defunti, testimonia l’esistenza del purgatorio dove le anime si purificano per rendersi degne della somma santità di Dio.    Che cosa succede all’angelo custode se il suo protetto va in Paradiso?L’angelo custode accompagna quest’anima tra il giubilo di tutti gli angeli che hanno avuto qualche parte nella salvezza di questa persona fino al trono di Dio. Il suo servizio di angelo custode è finito, egli non guida più alcun’altra persona. Egli ritornerà ancora alla fine dei tempi, al momento del giudizio universale per lodare in eterno Dio insieme al suo protetto.  Che cosa avviene invece all’angelo custode se il suo protetto va a finire all’inferno? Sempre la Bitterlich nelle sue rivelazioni private, scrive che tale angelo farà parte degli “ angeli martiri”cioè farà parte di quella schiera di angeli che nonostante tutti i loro sforzi hanno avuto i loro protetti dannati per sempre. Dice la Bitterlich che tali angeli portano una striscia rossa sul loro vestito e vengono incaricati di uno speciale servizio alla madonna. Che cosa invece accade all’angelo se il suo protetto va in Purgatorio? L’angelo aspetta fino a che il suo protetto abbia riparato la pena e scontato la pena. Anche in questo caso, dice la Bitterlich, l’angelo viene messo a disposizione di Maria, regina degli angeli, e trasmette e implora per il suo protetto tutti gli aiuti e i soccorsi della Chiesa militante, specialmente dei vivi che offrono le sante messe per le anime del Purgatorio e così riducono la loro purificazione, dopo la quale  l’angelo lo accompagna in cielo. La vita eterna è presentata nelle orazioni liturgiche  della Chiesa Cattolica come un “consortium angelorum”, cioè come un gaudio eterno  in compagnia dei santi  angeli di Dio.