S.Maria Capua Vetere: Sappe “Urgenti interventi Ministero Giustizia”

Mi impegno personalmente, quale segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, a incontrare il Vice Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Luigi Pagano per sollecitare l’adozione di urgenti provvedimenti per le carceri campane, e in particolare di S. Maria Capua Vetere. Non è possibile continuare così”. E’ quanto dichiara il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Donato Capece al termine delle visite fatte nei due carceri della Campania ieri e oggi. “Ho visitato le due carceri in questi giorni ed ho constatato quali e quanti problemi vi siano. A Santa Maria Capua Vetere, da giorni al centro delle cronache per le numerose aggressioni di detenuti ai poliziotti penitenziari, traspare evidente la trascuratezza dell’Amministrazione penitenziaria regionale e nazionale ai veri problemi operativi della Polizia. Basti pensare all’apertura del nuovo Padiglione detentivo, fatto senza aumentare l’organico di Polizia Penitenziaria con ciò determinando gravi problemi di organizzazione e servizi. Le aggressioni ne sono la conferma più palese, che si sarebbero potuto evitare se si fosse ascoltato il SAPPE”, aggiunge il leader del SAPPE. “Altri problemi a Carinola, un carcere vecchio e con problemi logistici. I poliziotti in servizio nella Sala Regia del carcere sono esposti continuamente a radiazioni e la salubrità dei posti di servizio lascia molto a desiderare. Basti pensare al muro di cinta del carcere, che presente molte criticità che lo rendono davvero inagibile ai poliziotti di sentinella. Non aiuta nemmeno il clima all’interno del carcere, visto che sono praticamente inesistenti le relazioni sindacali con il direttore:  e questa è una grave cosa”. Capece, che rappresenterà nei prossimi giorni al Vice Capo dell’Amministrazione Penitenziaria Luigi Pagano in un incontro previsto a Roma,  sottolinea che “nel corso della mia visita nelle carceri di S. Maria Capua Vetere e Carinola ho trovato comunque dei poliziotti penitenziari molto determinati, che credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio. Agenti, Sovrintendenti, Ispettori che lavorano ogni giorno, nel silenzio e tra mille difficoltà ma con professionalità, umanità, competenza e passione nel dramma delle sezioni detentive italiane”. aggiunge il leader dei Baschi Azzurri del SAPPE. Capece punta il dito anche contro il sistema della “vigilanza dinamica” e del regime penitenziario ‘aperto’ che è in atto nelle carceri: “Altro che vigilanza dinamica, autogestione delle carceri o sottoscrizione di ridicoli ‘patti di responsabilità’ da parte dei detenuti che sembrano essere l’unica risposta sterile dei vertici del DAP all’emergenza penitenziaria e che rispondono alla solita logica“discendente” che “scarica” sui livelli più bassi di governance tutte le responsabilità. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa – adeguata però allo spessore criminale di ogni singolo soggetto – e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza”.