Salerno: libertà per Ahmad Sa’adat, Georges Abdallah e tutti i prigionieri palestinesi!

Nell’ambito della settimana di azione globale in solidarietà con Ahamad S’adat e tutti i prigionieri palestinesi (17-25 ottobre), insieme a realtà sensibili, abbiamo deciso di manifestare la nostra solidarietà e vicinanza, affiggendo una serie di striscioni che chiedono  la loro immediata liberazione e per ribadire con forza che non sono stati dimenticati! Oggi ci sono oltre 7000 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, circa 2000 di loro imprigionati con arresti di massa da giugno. 500 palestinesi sono in “detenzione amministrativa”, senza accusa né processo, mentre 1.500 prigionieri palestinesi sono malati e vengono negate loro cure mediche adeguate – e più di 100 di loro sono malati di cancro e di altre patologie gravi. Inoltre – questo è un dato ancora più inquietante reso noto dalle associazioni per i prigionieri- il 40% degli uomini palestinesi in Cisgiordania e Gaza sono passati dalle carceri dell’occupazione! Particolarmente atroce è la condizione delle donne nelle carceri sioniste. Quando una donna Palestinese incinta finisce in prigione, il rischio è alto perché non le viene riservato nessun trattamento preferenziale …. anzi, se deve partorire, viene portata in ospedale sotto scorta, con mani e piedi legati, per poi essere incatenata al letto fino al momento dell’entrata in sala parto e subito ammanettata alla fine. Una delle proteste più frequenti di molte delle prigioniere politiche è contro il sistema del denudamento e delle ispezioni corporali da parte dei soldati israeliani, perpetrati spesso con la forza. Nel corso delle perquisizioni molte volte vengono costrette ad accovacciarsi nude per ricerche corporali intrusive; chi si ribella viene rinchiusa in isolamento. L’entità sionista utilizza, quindi, questa forma di tortura, di violenza basata sulla discriminazione di genere e di razza. I bambini non ricevo un trattamento migliore. Secondo le ultime stime oltre 200 bambini palestinesi (di età inferiore ai 18 anni, molto spesso anche minori di 14 anni) sono imprigionati. Dal 2000 più di 10.000 bambini Palestinesi sono stati rinchiusi, oltre 1500 uccisi, 6000 feriti; tale strategia, attraverso metodi che terrorizzano intere famiglie e prendendo di mira i bambini, ha lo scopo di indebolire la resistenza all’occupazione. All’interno della prigione, poi, Israele opera per distruggere il loro equilibrio psico-fisico con violenze sia corporali che mentali e che provocano conseguenze a lungo termine. Una seconda ragione nella strategia d’arresto di minori, è il tentativo di reclutamento per raccogliere informazioni sulla resistenza, per disintegrare sia la capacità di lotta della nuova generazione, sia quella dei loro padri e madri. Da questi dati emerge chiaramente che l’entità sionista utilizza in maniera sistematica e storicamente datata l’odioso strumento della segregazione carceraria dei palestinesi, come mezzo di controllo e repressione della popolazione. L’uso reiterato di metodi criminali, duramente condannati anche dalla comunità internazionale (detenzione amministrativa, negazione del diritto alla difesa legale, punizioni corporali, tortura fisica e psicologica, rapimenti, arresti di minori anche di età inferiore ai 14 anni e tanto altro!), è ampiamente documentato ed ha lo scopo dichiarato di indebolire e spezzare la fiera Resistenza del popolo palestinese ma questo non avverrà mai!!! Ahmad Sa’adat, leader palestinese, parlamentare e segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, è detenuto nelle carceri israeliane dal 15 marzo 2006. Prima di allora, è stato detenuto nelle prigioni dell’Autorità Palestinese, sotto guardia statunitense e britannica, dal gennaio 2002. Il 14 settembre ad Ahmad Sa’adat sono state negate le visite dei familiari per un periodo di tre mesi, da parte delle autorità di occupazione carcerarie. Questa azione fa parte della negazione delle visite familiari di centinaia di prigionieri politici palestinesi a piacimento dei funzionari di occupazione israeliani che dal giugno di quest’anno –non solo- operano una ulteriore forma di vessazione e sopruso verso un popolo che resiste da oltre 66 anni! Questi giorni comprendono anche la giornata del 24 ottobre, 30° anniversario della detenzione del combattente arabo per la Palestina Georges Ibrahim Abdallah nelle carceri francesi. Ad Abdallah, un comunista libanese il cui processo è stato condotto con irregolarità, è stata promessa libertà vigilata in diverse occasioni, ogni volta negata ai più alti livelli del governo francese sotto pressione degli Stati Uniti e di Israele. Storicamente i martiri e i prigionieri rappresentano il seme di ogni rivoluzione, di ogni lotta di liberazione. La loro libertà rappresenta uno dei punti cardine su cui le forze della Resistenza si uniscono. Il dovere di tutte e tutti deve essere quindi quello di sostenerli, senza esitazioni. Privati della loro libertà mettono a disposizione i loro corpi per continuare la lotta; noi possiamo e dobbiamo mettere a disposizione la nostra solidarietà per sostenerli.