Cava de’ Tirreni: cava5stelle su Referendum popolare

Finalmente avviato l’iter per l’attuazione dell’art.18 dello Statuto Comunale con la proposta di regolamento   per l’esercizio degli Istituti della partecipazione e del Referendum popolare in discussione alla Prima Commissione al Comune di Cava de’ Tirreni il prossimo 2 ottobre. Sembrerebbe una buona notizia per i cittadini cavesi, infatti Il referendum è lo strumento principale e non delegato con i quali i cittadini partecipano alla vita politica ed alle scelte che li riguardano ed è la massima espressione della democrazia diretta. Il Regolamento che è in discussione su proposta dell’ex Sindaco Gravagnuolo e attuale Consigliere Comunale di minoranza riesce a garantire tale esercizio e fruizione ai Cittadini oppure si rappresenta come una semplice farsa in cui vengono calpestati sempre di più i diritti di partecipazione dei cittadini ? Non bisogna essere scienziati o luminari della politica  per fare due conti elementari: il quorum necessario di firme da raccogliere per presentare un referendum abrogativo o consultivo è pari al 20% degli iscritti nelle liste elettorali  significa oltre 9000 firme per il Comune di Cava. La percentuale più alta dell’intera nazione!!! Anziché  incentivare la partecipazione e adempiere alla volontà dei cittadini si cerca di bloccarla. Con un assurda invenzione la percentuale si dimezza al 10%  in funzione della modalità per il voto se è quello tradizionale con scheda oppure se  voto telematico,  una specie di incentivo ma che necessariamente riporta e richiama nei fatti ad un nuovo regolamento sul voto telematico.  Ed ancora, per i referendum richiesti dagli stessi Consiglieri Comunali anche qui abbiamo due quorum un primo di 2/3 per tutte le materie possibili invece scende ad 1/3 qualora oggetto del referendum fossero “solo” variazioni o norme dello Statuto Comunale. Una vera e propria “Dittatura della Maggioranza politica”. Se uno riuscisse a superare tutti gli ostacoli frapposti al suo esercizio ci si troverà di fronte al quorum necessario sulla validità del quesito e dovrà essere del 50% +1 degli iscritti alle liste elettorali. Ed ancora dulcis in fundo, ciliegina sul regolamento avvelenato,  saranno novanta  i giorni affinchè il referendum abrogativo sia applicabile ed addirittura 4 mesi in caso di referendum consultivi , sempre che in questo lasso di tempo la maggioranza non voti contro la volontà popolare ed annulli di fatto gli effetti del referendum. Non entriamo nel merito degli oggetti del referendum e delle ammissibilità degli stessi per ovvie ragioni di spazio ma il Cava5stelle denuncia con forza all’opinione pubblica ed alla cittadinanza che con questo regolamento in discussione si stravolgono gli obiettivi di partecipazione e di consultazione dei cittadini. I cittadini fanno paura e la loro volontà va governata sempre dalla mediazione politica,  per amor di Dio e per il bene dei cittadini, cestinatelo. La partecipazione, la volontà popolare, la democrazia  sono i padri della rappresentanza politica ed i suoi datori di lavoro, la concezione, i regolamenti e gli istituti per la partecipazione sono le cartine di tornasole di una classe politica che ritiene i cittadini suoi sudditi.