San Gabriele Arcangelo, la fortezza di Dio

 don Marcello Stanzione

 La riforma della liturgia dopo il Concilio vaticano secondo ha unito in un’ica festa gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Sacra Scrittura nomina l’arcangelo Gabriele esplicitamente per ben quattro volte: due citazioni nell’Antico Testa­mento, nel libro di Daniele e due nel Nuovo Testamento, nel Vangelo secondo Luca. La prima volta, Gabriele, per ordine di uno sconosciuto certamente a lui superiore, inizia a spiegare una misteriosa visio­ne che il profeta Daniele aveva avuto presso il fiume Ulai in Mesopotarnia. “Mentre io, Daniele, conside­ravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me uno in piedi, dall’aspetto d’uomo; intesi la voce di un uomo in mezzo all’Ulai, che gridava e diceva: “Gabriele, spiega a lui la visione” (Dn. 8, 15­16). Mentre Gabriele parla il profeta sviene. Nel suo primo annuncio, Gabriele informa Daniele su una successione di potenze che tentano di opporsi al popolo di Dio, ma molto più significativa è il suo ulterio­re intervento. La seconda volta Gabriele annunzia a Daniele il tempo della venuta del Messia: “Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica al Signore Dio mio per il monte santo del mio Dio, mentre dunque parlavo e pregavo, Gabrie­le, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera” (Dn. 9, 20-21). Gabriele, nel libro di Daniele, annuncia il sicuro avvicinarsi del Messia. Nel Nuovo Testamento la personalità di Gabriele si specifica sempre meglio; appare al sacerdote Zaccaria, nel Tempio di Gerusalemme, mentre egli faceva l’offerta dell’incenso e si presenta così: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti il lieto annuncio” (Lc. 1, 15). Sei mesi dopo vi è la seconda apparizione: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria” (Lc. 1, 26-27).11 nome Gabriel è evidentemente un nome teosofica in quanto contie­ne El (abbreviazione di Elohim). Nella prima parte del nome Gabriel si scorge la radice verbale Gabr “essere forte”. Oggi piuttosto che interpretare tale nome in “Dio è forte” o “Fortezza di Dio”, come fa la tradizione, alcuni libri preferiscono tradurlo in “Dio fu forte”, cioè Dio ha mostrata di essere forte. Ga­briele si presenta sempre come l’angelo portatore di buone notizie; a tale riguardo è incaricato da Dio di trasmettere il più gioiosa dei messaggi: l’Incarnazione del Figlio di Dio. S. Gregorio Magno, nelle sue omelie sui vangeli, scrive: “alla Vergine Maria non viene inviato un angelo qualsiasi, ma l’arcangelo Gabriele. Era ben giusto, infatti, che per questa missione fosse inviato un angelo tra i maggiori, per recare il più grande degli annunzi. A Maria è mandato Gabriele, che è chiamato fortezza di Dio; egli veniva ad annunciare colui che si degnò di apparire nell’umiltà, per debellare la potenza maligna dell’aria. Doveva dunque essere annunciato da “Fortezza di Dio” colui che veniva quale “Signore degli eserciti e forte guerriero”. Ogni giorno le parole dell’angelo dell’Incarnazione sono ripetute innumerevoli volte da mi­lioni di cattolici che recitano il Santo Rosario: “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne…”. S. Gabriele è l’angelo che annuncia la nascita di fanciulli malto speciali che, da adulti, avranno grandi compiti da svolgere. La nascita di S. Giovanni Battista, il precursore del Mes­sia, verrà annunciata da Gabriele al padre Zaccaria: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esau­dita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni” (Lc. l, 13). Gabriele è l’annuncia­tore della vita nascente e i figli sono sempre una bella notizia. A Zaccaria, che non aveva figli, l’angelo dice: “Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita” (Lc. 1, 14). S. Ambrogio così commenta: “In questo passo ci si esorta a godere perla natività dei santi. Ma anche i genitori sono esortati a ringraziare Dio non meno per la nascita dei loro figli; certo, non è piccolo dono quello che Dio fa donando i figli, i quali propagheranno la famiglia, e subentreranno nella successione”. La vita di Maria di Nazareth e quella di Elisabetta e Zaccaria mutò dopo che l’arcangelo Gabriele portò il suo doppio mes­saggio. San Gabriele può essere un grande intercessore presso Dio per molte coppie che desiderano avere bambini ed hanno difficoltà, oppure sono benedette da Dio con una nuova nascita.

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