Papa Francesco in Albania: solidarietà contro la violenza!

Rita Occidente Lupo

Francesco, nel suo quarto viaggio internazionale, in un Paese ostaggio dell’ateismo, del comunismo, della dittatura. A forte concentrazione islamica, con cattolici votati al martirio.  Lui, il Papa moderno, che riesce a dialogare nella convinzione che sia l’apertura, la carta vincente per riscattare un tipo di religiosità a lungo tacciata di bigottismo, tra islamici e pochi cattolici. Nell’Albania, Paese povero, entrato nel grosso mosaico dell’Unione: accolto festosamente, parole lapidarie ed efficaci, contro ogni forma di scudo pretestuoso, dietro il paravento della fede. L’invito a globalizzare la solidarietà, in un ostracismo d’ogni sorta di violenza, in nome dell’accoglienza. Soprattutto ai giovani, interlocutori privilegiati, il Pontefice argentino ha diretto l’invito a vivere in modo non strumentale la propria esistenza, contro ogni forma d’estremismo violento. L’Albania additata quale Paese in cui il tempo ha palesato come si possa convivere tra diverse ideologie. Il plauso alla cautela, che anima il Pontificato, giammai scevra dal bombardante appello alla pace contro ogni violenza.  Per una cultura dell’incontro, della solidarietà, nel rispetto della diversità. Alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, che registrerà il prossimo mese le coordinate per i nuovi venti che minano le fondamenta dell’istituzione sociale, Papa Francesco ha msotrato ancora una volta come la Chiesa, pronta alla testimonianza fino alla morte,  strada maestra di salvezza, ma anche accoglienza agli ultimi. In un discorso ecumenico, che annota sempre più focolai belligeranti, in nome della stessa fede. Che deve edificarsi non sul sangue fratricida, ma sulla coerenza di vita, come simboleggiato nel viale di Tirana, tra sbandieranti colori papalini, dalle immagini dei 40 martiri della fede.