Campagna: don Stanzione "Contro accuse infamanti, fiducia in Dio e perdono!"
Rita Occidente Lupo
Notizie diffamanti sul conto di consacrati, ancora…fanno notizia! Se non altro destano curiosità, per sollevare l’indice contro ministri del culto, che dovrebbero essere testimonial di coerenza e di fede. In un momento storico in cui il relativismo ha la magna parsa, la società liquida s’impone su quella “di un tempo”, allorquando la dimensione sociale, ben scortata da valori intramontabili, stimati esemplari rari coloro che riescono a ponderare i propri passi, mantenendo un profilo coerente a scelte di vita religiose. Il caso di don Marcello Stanzione, presbitero salernitano, parroco della Chiesa di Santa Maria La Nova, a Campagna, nostro redattore fin da quando il nostro quotidiano ha aperto battenti. Lo studioso degli angeli, autore di un centinaio di libri su tale dottrina, recentemente balzato all’attenzione mediatica per accuse evanescenti. Basate sul gossip, sul chiacchiericcio di qualcuno, che probabilmente non guarda di buon occhio il prelato, per motivi personali. Che non hanno nullaa che vedere con la condotta che il ministro di culto detiene. Dalle numerose mail che stanno inondando la nostra redazione, dagli svariati commenti, che stiamo pubblicando, emerge una stima che don Stanzione riscuote. Numerosi gli attestati amicali che provengono da più parti, per il suo essere prete tra tutti. A servizio della comunità in ogni tempo, dedicandosi ad approfondire e diffondere la fede in ogni modo. E con ogni mezzo! Questa, probabilmente l’accusa che gli si può rivolgere: a 51 anni d’esser ancora un prete convinto della sua chiamata e di non lesinare energie nella pastorale ad ogni fascia d’età! “Nella mia parrocchia ho tempo libero che non mi piace lasciare inutilizzato- dichiara pacatamente-. Di qui la mia penna a servizio degli angeli e di Santi che sono stati fari di spiritualità in ogni tempo. Segreto confessionale tradito, di cui mi s’accusa, francamente stento a capire a cosa si riferisca. Chi mi vuol bene, sa quante volte ho raccolto testimonianze non solo al confessionale e sfoghi: appresi fatti e vicende personali anche di un certo rilievo. Ovviamente il tutto da me sempre gelosamente custodito nel silenzio che mi viene dall’Ordine sacro ricevuto. Certamente i denigratori lastricano il cammino umano. Ma io francamente, avendo la coscienza a posto dinanzi a Dio, posso solo meravigliarmi di come si arrivi ad imbastire menzogne. Ma non restarne accasciato: hanno calunniato Cristo fino a metterlo in croce, per cui sorte non diversa non può non capitare ai suoi seguaci. Mi auguro che con la chiusura dell’estate, possano stemperarsi anche questi accenti infamanti sul mio conto, che privi di fondamenta reali, frutto di pura invenzione o di menti disturbate. Anche in tale circostanza, rinnovo la mia fede in Dio, riponendomi nell’atteggiamento d’obbedienza al mio Arcivescovo, Luigi Moretti, che sa da tempo il fango che viene sparso sul mio conto, con lo spirito di discernimento suggeritogli dallo Spirito Santo. Unica risposta ai miei detrattori? L’affidamento angelico nel silenzioso perdono!”