Trasfigurazione di Cristo, significato per il cattolico

Carlo Di Pietro
La trasfigurazione di Gesù ha come fine di consolidare la fede degli Apostoli in vista della passione: la salita sull’« alto monte » prepara la salita al Calvario. Cristo, Capo della Chiesa, manifesta ciò che il suo corpo contiene e irradia nei sacramenti: « la speranza della gloria » (Col 1,27). E’ episodio narrato dai Vangeli sinottici (Matteo 17, 1-13; Marco 9, 2-13; Luca 9, 28-36) secondo cui Gesù, ritiratosi su un monte con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, apparve loro circonfuso di gloria, in compagnia di Mosè e di Elia, mentre una voce dal cielo lo proclamava il figlio diletto di Dio. Il racconto ha evidenti richiami e connessioni con quello del battesimo di Gesù e della sua risurrezione, e rinvia per la localizzazione su un monte alla teofania del Sinai. A partire dal 4° sec. il monte è stato identificato con il Tabor. “28 Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. 32 Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33 Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. 34 Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. 35 E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo». 36 Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto” (Luca 9,28-36)-Compendio del Catechismo della Chiesa cattolicaIn che senso Gesù è il «Figlio Unigenito di Dio»?Egli lo è in senso unico e perfetto. Al momento del Battesimo e della Trasfigurazione, la voce del Padre designa Gesù come suo «Figlio prediletto». Presentando se stesso come il Figlio che «conosce il Padre» (Mt 11,27), Gesù afferma la sua relazione unica ed eterna con Dio suo Padre. Egli è «il Figlio Unigenito (1Gv 4,9)» di Dio, la seconda Persona della Trinità. È il centro della predicazione apostolica: gli Apostoli hanno visto «la sua gloria, come di Unigenito dal Padre» (Gv 1,14). Quale significato ha la Trasfigurazione? Nella Trasfigurazione appare anzitutto la Trinità: «Il Padre nella voce, il Figlio nell’uomo, lo Spirito nella nube brillante» (san Tommaso d’Aquino). Evocando con Mosè ed Elia la sua «dipartita» (Lc 9,31), Gesù mostra che la sua gloria passa attraverso la Croce e dà un anticipo della sua risurrezione e della sua gloriosa venuta, «che trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21). «Tu ti sei trasfigurato sul monte e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua Gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua Passione era volontaria e annunziassero al mondo che tu sei veramente l’irradiazione del Padre» (Liturgia Bizantina). Che cos’è la Liturgia delle Ore? La Liturgia delle Ore, preghiera pubblica e comune della Chiesa, è la preghiera di Cristo con il suo corpo, la Chiesa. Per suo mezzo; il Mistero di Cristo, che celebriamo nell’Eucaristia, santifica e trasfigura il tempo di ogni giorno. Essa si compone principalmente di Salmi e di altri testi biblici, e anche di letture dei Padri e dei maestri spirituali. Catechismo della Chiesa cattolicaUn anticipo del Regno: la trasfigurazione Dal giorno in cui Pietro ha confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro « cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, e soffrire molto […] e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno » (Mt 16,21). Pietro protesta a questo annunzio, gli altri addirittura non lo comprendono. (1) In tale contesto si colloca l’episodio misterioso della trasfigurazione di Gesù (2) su un alto monte, davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che parlano « della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme » (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una voce dal cielo dice: « Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo » (Lc 9,35). Per un istante, Gesù mostra la sua gloria divina, confermando così la confessione di Pietro. Rivela anche che, per « entrare nella sua gloria » (Lc 24,26), deve passare attraverso la croce a Gerusalemme. Mosè ed Elia avevano visto la gloria di Dio sul monte; la Legge e i profeti avevano annunziato le sofferenze del Messia. (3) La passione di Gesù è proprio la volontà del Padre: il Figlio agisce come Servo di Dio. (4) La nube indica la presenza dello Spirito Santo: « Tota Trinitas apparuit: Pater in voce, Filius in homine, Spiritus in nube clara – Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il Figlio nell’uomo, lo Spirito nella nube luminosa »: (5) « Tu ti sei trasfigurato sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria ed annunziassero al mondo che tu sei veramente l’irradiazione del Padre ». (6) Alla soglia della vita pubblica: il battesimo; alla soglia della pasqua: la trasfigurazione. Col battesimo di Gesù « declaratum fuit mysterium primae regenerationis – fu manifestato il mistero della prima rigenerazione »: il nostro Battesimo; la trasfigurazione « est sacramentum secundae regenerationis – è il sacramento della seconda rigenerazione »: la nostra risurrezione. (7) Fin d’ora noi partecipiamo alla risurrezione del Signore mediante lo Spirito Santo che agisce nel sacramento del corpo di Cristo. La trasfigurazione ci offre un anticipo della venuta gloriosa di Cristo « il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso » (Fil 3,21). Ma ci ricorda anche che « è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio » (At 14,22):« Pietro non lo capiva ancora quando sul monte desiderava vivere con Cristo. (8) Questa felicità Cristo te la riservava dopo la morte, o Pietro. Ora invece egli stesso ti dice: Discendi ad affaticarti sulla terra, a servire sulla terra, a essere disprezzato, a essere crocifisso sulla terra. È discesa la vita per essere uccisa; è disceso il pane per sentire la fame; è discesa la via, perché sentisse la stanchezza del cammino; è discesa la sorgente per aver sete; e tu rifiuti di soffrire? ». (9)
Note:
(1) Cf Mt 17,23; Lc 9,45.
(2) Cf Mt 17,1-8 e par.; 2 Pt 1,16-18.
(3) Cf Lc 24,27.
(4) Cf Is 42,1.
(5) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, III, q. 45, a. 4, ad 2: Ed. Leon. 11, 433.
(6) Liturgia bizantina. Kontakion della festa della Trasfigurazione
(7) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, III, q. 45, a. 4, ad 2: Ed. Leon. 11, 433.
(8) Cf Lc 9,33.
(9) Sant’Agostino, Sermo 78, 6: PL 38, 492-493.

Fonti, estrapolati e citazioni:

Enciclopedia Treccani
Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica
Catechismo della Chiesa cattolica
San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae
Sant’Agostino, Sermo 78