Giovedì 31 Luglio 2014 – Vangelo sec. Mt 13,47-53 commentato

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Parola del Signore

Commento: Nel Vangelo di oggi scopriamo che nel gruppo dei discepoli non ci sono solo pescatori e pubblicani, ma anche scribi diventati seguaci del Nazareno. Gli scribi erano gli unici in grado di ricopiare la Scrittura, ed erano conosciuti ed apprezzati per la loro cultura biblica: spesso intervenivano nelle dispute teologiche per dare opinioni autorevoli. Appartengono, quindi, alla parte avversa, a quanti si oppongono risolutamente alle novità destabilizzanti di Gesù, al suo modo poco tradizionale di interpretare la Scrittura. Spesso, nei vangeli, gli scribi, assieme ai farisei, sono annoverati fra i più ostinati oppositori di Gesù; non in questo caso, però: Gesù loda quegli scribi che lo hanno accolto, paragonandoli ad un buon padrone di casa che sa estrarre dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche. Anche nella Chiesa ci sono persone che sanno accogliere le novità con intelligenza, sapendo distinguere cosa è essenziale alla fede e cosa è accessorio o secondario. Persone, anche non più giovani, formate ad una vita cristiana precisa e rigorosa, che capiscono e apprezzano i modi nuovi di dire lo stesso Vangelo, senza arroccarsi sulle proprie posizioni.