Salernitana: società mantiene promesse e affida buon organico a Somma

Maurizio Grillo

Etichettata da più parti come “assente”, la società ha dimostrato ancora una volta con i fatti di meritare l’affetto e la fiducia della piazza di Salerno. Memore degli errori commessi l’estate scorsa (ma i 5mila abbonamenti sottoscritti confermano che la tifoseria credeva in quella Salernitana), la proprietà ha messo mano al portafoglio puntando su elementi di categoria superiore e che permetteranno ai granata di giocarsela alla pari con tutti a prescindere dal girone di appartenenza. Certo, toccherà al campo stabilire se la Salernitana sarà in grado di confermare i pronostici della vigilia, ma ad oggi, con il ritiro vero e proprio che inizierà domani, la società ha mantenuto la promessa e messo a disposizione di Somma l’80% dell’organico che affronterà la stagione 2014-15, quella del riscatto dopo la sconfitta nei play off. E’bastato davvero poco per riaccendere l’entusiasmo di una piazza che, probabilmente, sottovaluta un pò quello che è stato il lavoro di Lotito e Mezzaroma dal 2011 ad oggi. Qualche errore, inevitabilmente, in un triennio è stato commesso, ma questo mese e mezzo di lavoro è sufficiente per mettere da parte i malumori ereditati dallo scorso campionato (in cui, da neopromossa, la Salernitana ha comunque vinto un trofeo e perso i play off contro la squadra che poi è andata in B) e ripartire con rinnovata fiducia e tanto ottimismo. Ad oggi la Salernitana ha:

un direttore sportivo di comprovata esperienza e capacità, bravo a gestire un club a 360°

-un allenatore competente, con esperienze vincenti in categorie importanti ed innamorato della maglia granata e della città di Salerno

-un organico competitivo in ogni reparto e che sarà ulteriormente rinforzato

-uno staff tecnico-dirigenziale affiatato ed arricchito da due professionisti seri come Salvatore Avallone e Ciro Ferrara

-un settore giovanile reduce da un biennio positivo e che ha sfornato talenti che sono richiesti in tutt’Italia accusata di essere “succursale della Lazio”, la società ha inoltre tagliato il cordone ombelicale che la legava al sodalizio biancoceleste e riconfermato soltanto chi, obiettivamente, poteva essere utile alla causa granata: Alessandro Tuia in difesa ed Ettore Mendicino in avanti. Via senza grossi rimpianti i vari Iannarilli, Berardi, Chirieletti, Luciani, Zampa, Capua e Ricci, una scelta che, per dirla alla Fabiani, conferma “la comune volontà di proseguire un percorso autonomo che esalti il senso di appartenenza alla città di Salerno ed alla sua squadra di calcio”. Se a ciò aggiungiamo- giusto per rinfrescare la memoria- la vittoria di due campionati (cosa tutt’altro che scontata, per informazioni chiedere ad Arezzo, Messina, Cosenza, Taranto, Ravenna, Triestina e Piacenza, club altrettanto blasonati), la conquista di due trofei, l’acquisizione del marchio, le belle iniziative in memoria di Di Bartolomei, i lavori all’Arechi, gli acquisti di spessore e la solidità economica garantita ad un club reduce da due brucianti fallimenti (di cosa si parlava 3 anni fa di questi tempi?), ci chiediamo: perchè non sostenere con maggior affetto una società alla quale sembra non venga perdonato nulla e che invece, con i fatti, ha dimostrato il proprio valore? In fondo, a prescindere dalle rispettive prese di posizione (talvolta influenzate da notizie tendenti più al gossip che alla cronaca sportiva), tutti vogliono la stessa cosa, il bene della Salernitana, e per tornare in B c’è bisogno dell’apporto di ogni componente: la società è solida e competente, la squadra è già più forte di quella della passata stagione, ora tocca ai tifosi indossare idealmente la maglia numero 12 ed accompagnare i granata verso altre categorie. Lo merita Salerno. Lo merita la tifoseria. Lo meritano anche Lotito e Mezzaroma, due presidenti che, numeri alla mano, sin ora hanno lavorato benissimo.

 

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