Givova Soccer Experience conclusione torneo

Sono più o meno le 13.30 di domenica 15 giugno quando dal campo 1 del complesso Ariston si leva l’ultimo, triplice, fischio finale del Givova Soccer Experience. Si tratta della finale del campionato 2001 tra Soccer Ercolano e Calcio Caivano. Due realtà di un problematico interland napoletano che si occupano di calcio cercando, e riuscendo, a promuovere innanzitutto i valori sani dello sport, dell’etica e del fair play. Le due compagini salgono insieme sul palco delle premiazioni e alzano al celo la coppa che porta in calce una citazione inesorabile:”Quando si da tutto in campo non si perde mai!”. Si tratta della stessa coppa che hanno alzato al celo tutte le oltre 200 squadre che hanno partecipato a questa immensa festa che si chiama Givova Soccer Experience, e che la Ludacs Entertainment, per il quarto anno consecutivo, ha proposto nella cornice incantata della costiera cilentana, a pochi passi dagli inestimabili templi di Peastum. Sono tanti i momenti che meriterebbero di essere annoverati tra quelli indimenticabili. La vittoria ex aequo nella finale 2001 della sesta edizione; il discorso di Don Aniello Manganiello, parroco di Scampia che ha dedicato la sua vita alla lotta all’illegalità e all’emarginazione dei più deboli; il coro del Fostiras e del Panionios, le due squadre greche ospitate dall’organizzazione; l’entusiasmo con il quale le squadre professionistiche di serie A, come il Milan, la Lazio, il Chievo Verona e il Catania, che hanno preso parte alla kermesse, dimenticano per un attimo la torbidezza di un calcio professionistico sempre più lontano dalla gente e tornano a sporcarsi con la calce che traccia le linee di un campo di periferia. Saranno state più di mille le partite disputate tra le due edizioni del Givova Soccer Experience andate in scena negli scorsi due week end di giugno, e ad ogni calcio di inizio si è respirato lo stesso entusiasmo, lo stesso clima di festa, la stessa voglia di vincere e di divertirsi. “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro.”Così Pier Paolo Pasolini descriveva l’esaltazione di un mondo che ancora oggi, nonostante tutto, corre inseguendo un pallone che rotola. Ma ti ci devi sporcare le mani per capire che vuol dire, devi guardare negli occhi un bambino che esulta per la vittoria o che si dispera per la sconfitta. Devi prendere in mano un pallone e provare a leggerci dentro tutto l’universo che custodisce. Devi inventarti il mondo di simboli e di sogni che esiste nel cuore di ogni appassionato. Devi crederci.