Capaccio: PRC, NO costruzione Sorvella

Il Circolo “Peppino Impastato” di Capaccio del Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria assoluta contrarietà all’ipotesi di costruzione nella località Sorvella del comune di Capaccio, di un impianto per il trattamento delle biomasse mediante incenerimento e la produzione di energia elettrica. Esprime solidarietà agli abitanti della zona e al comitato civico che si batte contro la costruzione dell’impianto. Appoggia ogni forma di iniziativa utile e necessaria a bloccare lo scempio dell’ennesima struttura legata al trattamento dei rifiuti nella piana del Sele ed auspica l’intervento e l’impegno di tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali e di ogni cittadina/o. Riteniamo che la qualifica di “energia rinnovabile” non sia una semplice definizione astratta, ma abbia bisogno di un attento e ponderato studio sia sui materiali che si intendono utilizzare sia sul contesto ambientale e produttivo nel quale si intende operare. Diviene dunque di immediata evidenza la circostanza per cui il combustibile che, secondo il progetto, dovrebbe essere impiegato (cippato di legno e sansa di olive) non è sufficientemente disponibile sul territorio e che, per un adeguato utilizzo dell’impianto, o si dovrebbe importare il combustibile o si finirebbe per bruciare materiale diverso, uno a caso, il C.D.R. (cioè residuo di trattamento dei rifiuti solidi urbani) abbondantemente reperibile nei siti di Battipaglia ed Eboli. Oppure, ancora, si troverebbe più conveniente coltivare per l’incenerimento che per usi legati all’alimentazione o all’allevamento, con effetti nefasti sull’economia agricola del territorio. «Si tratta di una squallida speculazione economica, che si gioca sulla nostra testa, nella nostra terra e sulle nostre vite, oltre che con i nostri soldi, visto che la società che vuole realizzare l’impianto ha ricevuto un congruo contributo da parte dell’Unione Europea» dichiara Domenico Maffione, componente del direttivo del locale circolo del PRC e abitante nella zona in cui dovrebbe collocarsi la centrale. Sulla stessa lunghezza d’onda è Nello Di Pasquale, referente della Rete Ambiente & Salute Salerno – Collettivo delle Associazioni Ambientaliste della Provincia di Salerno: «Dopo il blocco dell’inceneritore di Salerno e di quello di Napoli, la costruzione di inceneritori piccoli e medi, troppo spesso mascherati da impianti per la produzione di energie rinnovabili, è divenuto l’escamotage trovato per aggirare il problema, anche grazie alla superficialità, se non alla connivenza, di alcune amministrazioni locali.  Guardiamo con grande preoccupazione a quanto sta succedendo a Capaccio, manifestiamo la nostra solidarietà alle popolazioni interessate ed assicuriamo la nostra collaborazione per tutte le iniziative che vorranno intraprendere a tutela del territorio e del loro diritto alla salute». Per quanto concerne l’aspetto più scientifico della questione il Dott. Francesco Musumeci, vicepresidente della Sezione di Salerno dell’ISDE (Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente) avvisa: «Le centrali a biomasse sono inutili e dannose per la salute e l’ambiente. Questi impianti vengono costantemente proposti su tutto il territorio nazionale per conseguire, una volta realizzati, importanti incentivi economici. I rischi per la salute che comportano impianti del genere sono gravi: l’emissione di polveri sottili può provocare allergie, malattie respiratorie, neurodegenerative, della fertilità, malformazioni fetali, tumori.  L’applicazione del principio di prudenza fa sì che, con una rigorosa e corretta gestione dei rifiuti, realizzata attraverso la raccolta differenziata, con una reale politica del riuso del riciclo e della riduzione dei rifiuti e soprattutto dei materiali da imballaggio, non si avrebbe alcun bisogno della realizzazione di impianti di incenerimento e discariche». Da ultimo, Cristian Iannone, segretario del  Circolo del PRC di Capaccio: «La realizzazione di una centrale a biomasse nella zona di Sorvella non interessa soltanto gli abitanti della zona ma coinvolge tutto il territorio, sia sotto il profilo ambientale che da un punto di vista economico. Per un verso, infatti i fumi che usciranno dal camino, che sarà alto almeno venti metri, non conoscono confini e si diffonderanno indiscriminitamente su tutto il territorio, portando con sè il proprio carico di inquinanti, contaminando aria, acqua, suolo e catena alimentare. Per altro verso, è evidente l’incompatibilità di un simile impianto con un’economia che voglia basarsi su una agricoltura di qualità e su di un turismo che si vuole sempre più diffuso: si vanificherebbero tutti gli sforzi finora compiuti per valorizzare le produzioni di qualità come la mozzarella o il carciofo e si minerebbe la possibilità di offrire quel “buon vivere” che è spessissimo alla base della scelta del turista.  La vicenda di Sorvella, inoltre, ci consente di porre l’attenzione e di mettere in discussione tutta la filosofia di fondo con cui viene trattato il problema dei rifiuti in Campania, con un piano regionale dei rifiuti che, legato alla logica Discarica- Inceneritore-Discarica, nasce già vecchio e diventa un nuovo ed ulteriore strumento di colonizzazione del meridione. È necessario perseguire la riduzione a monte dei rifiuti, il riuso, il riciclo, una raccolta differenziata spinta: l’obiettivo è e deve essere rifiuti zero. Rifondazione Comunista è e sarà vicina ai cittadini di Sorvella, Ponte Barizzo e Scigliati affinché si eviti questa nuovo ed ulteriore sfregio del nostro territorio».