Fisciano: Areopago letterario, concluso concorso nazionale

Anna Maria Noia

È terminata col botto domenica scorsa, 18 maggio, la venticinquesima edizione del concorso nazionale “L’ecologia: ambiente e natura”. Il certame poetico e pittorico è sempre stato organizzato dal vate di Lancusi Michele Sessa, che dirige “L’areopago letterario”. L’aula consiliare del Comune, dedicata al compianto primo cittadino Gaetano Sessa, si è riempita per l’occasione (sabato 17) di personalità illustri, cui sono stati conferiti riconoscimenti speciali. Tra i premiati d’eccellenza: Gennaro Pipino, un’autorità in campo medico ed ortopedico internazionale; l’università di Salerno – rappresentata dal nuovo rettore Tommasetti; l’imprenditore Francesco Galdieri, titolare di Galdieri petroli; la Bcc (banca di credito cooperativo) di Fisciano (c’era il presidente Mimmo Sessa); il liceo scientifico di Baronissi. Tra i primi classificati nella sezione Poesia “adulti”, invece, erano presenti Giuffrida Farina, Michela Rago e Pietro Malangone con Emanuele Occhipinti. Per i giovani, le poesie più espressive sono state “a cura” di Clelia Portanova, Vittorio Vavuso, Anna Dello Ioio. Passando all’arte figurativa, primo premio al noto e apprezzato Nicola Della Corte; il secondo gradino del “podio” (ideale) è stato occupato da Gennaro Farina. Infine, Liberato Amato. Dulcis in fundo i bambini, in questo rispettivo ordine: Vittorio Vavuso, Clelia Portanova e Michele Sessa. Dei membri delle giurie ricordiamo indicativamente solo Mario Aversano e Peppino Juliano (poesia) e Franco Fiume (arte). Diversi gli intermezzi musicali “occorsi” durante la lunga cerimonia di premiazione. Si è riscontrata, nello svolgersi della kermesse, l’umiltà e l’umana professionalità di Pipino nonché l’impegno per la tutela del territorio profuso nella lunga storia dell’università di Fisciano – a tal proposito si sono snocciolati dati e date, quelle del cammino percorso dall’ateneo. Nel parlare e nell’illustrare il perché della sua premiazione, modesto e ironico, scherzoso, è sembrato essere Galdieri – gran lavoratore e amministratore lungimirante, ammiccante nel discorrere. Prestigioso il “curriculum” della Bcc, che offre servizi all’avanguardia e dispone di svariati sportelli e/o filiali nella Valle Irno e non solo. Il giorno dopo, ecco – puntuale – la classica e consueta escursione “fuori porta” denominata, tradizionalmente: “passeggiata ecologica”, alla scoperta (e valorizzazione) delle bellezze locali. Appuntamento, stavolta, con la “divina” costiera, meta di turisti e soggiorno di relax, amori, estati roventi di attori e registi come Roberto Rossellini e Anna Magnani che qui vissero e consumarono passioni bollenti. Tra le località visitate, la più suggestiva – insieme ad Amalfi – è risultata Furore: cittadina tipica e curiosa, dalle mura dipinte e con tanti aneddoti da “raccontare”. Ad accogliere i visitatori, dopo un pranzo luculliano a base di piatti di pesce freschissimo, il primo cittadino Raffaele Ferrajoli. A colpire la fantasia di chi giunge a Furore, il “paese che non c’è” o “dipinto”, è proprio il toponimo; il luogo è detto “furore” per ben tre ipotesi: il rincorrersi delle acque tempestose o perché i fedeli “rivoluzionavano” le chiese del posto “buttando” appunto con furore le statue di S. Giacomo e S. Michele al suolo o per la setta ereticale dei Sacconi, che praticavano l’amore libero. Oltre ad essere famosa – di recente – per le competizioni di tuffi dal suo fiordo, la cittadina vanta peculiari tradizioni etnografiche, “sintetizzate” da tre figure simbolo delle principali frazioni: il ciuco, la gatta e la cicala. Questi “emblemi” richiamano – nell’ordine – la vis erotica della nascita (l’asino), la vita “terrena” e le sue difficoltà (la gatta) e la vita eterna o spiritualità (la cicala). Non dimentichiamoci, infine, che Furore fa parte della categoria dei borghi più belli d’Italia. Anche Amalfi è stata oggetto di visita da parte di Sessa e dei suoi, e nulla potrà mai adombrare il fascino antico e nuovo di tale importante sito turistico preso d’assalto forse dagli stranieri ma probabilmente poco frequentato da noi meridionali, che ne sciupiamo od offuschiamo la venustà!