“Sentinelle in Piedi” a Salerno

Sentinelle in Piedi arriva anche a Salerno. La prima veglia è prevista per il prossimo sabato 17 maggio dalle ore 20 alle 21 in Corso Vittorio Emanuele (all’incrocio con via Velia). Sentinelle in Piedi è una resistenza di cittadini che vigila su quanto accade nella società e sulle azioni di chi legifera denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà. Ritti, silenti e fermi vegliamo per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna. La nostra è una rete apartitica e aconfessionale. Vegliamo leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore. Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti. In Italia le Sentinelle in Piedi sono nate in difesa della libertà di espressione seriamente compromessa dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato. Il provvedimento viene presentato come necessario per fermare atti di violenza nei confronti di persone omosessuali, ma il nostro ordinamento giuridico punisce già qualunque atto di aggressione e la Costituzione tutela già tutte le persone in quanto tali. Questo testo è invece liberticida e incostituzionale, in quanto non specifica che cosa si intende per reato d’omofobia, lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e la manifestazione di una semplice opinione. Pertanto potrebbe essere denunciato:

•  Chiunque affermi pubblicamente che la famiglia naturale è fondata sull’unione tra uomo e donna;

•  Chiunque si esprima pubblicamente come contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso;

• Chiunque affermi pubblicamente che un bambino per crescere ha bisogno di un papà e di una mamma e dunque sia contrario alle adozioni da parte di coppie omosessuali, rischiando fino a 1 anno e 6 mesi di carcere.