La Fonderia Pisano

Claudio Di Mella

Mille volte avevo battuto quella strada, ma della Fonderia, di cui oggi tanto si parla, senza accorgermi della Fonderia Pisano, tante sono le fabbriche e le attività artigianali ammassate lungo il fiume Irno. Senonché, qualche anno fa, ebbi come compagno di stanza nell’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, un dipendente della Fonderia e lui mi informò di tutto. Datosi che, ormai, tutti avvertivano il pericolo di avere, a poca distanza dal centro abitato, la Fonderia “causa” di molti tumori. Io gli chiesi:”Non sarebbe possibile delocalizzarla? Oggi tutte le fabbriche hanno bisogno di spazio, anche circostante. E poi mi meraviglio che i tanti sindaci di Salerno abbiano tollerato questo scempio”. La risposta del mio compagno di camera fu: “Non c’è niente da fare: chiunque ci ha provato, ha dovuto fare marcia indietro. Anche noi dipendenti non abbiamo mai scioperato, ci ha sempre accontentati in tutto e per tutto”. “Neppure De Luca è riuscito nell’impresa?” “Neppure lui”. Quello è il luogo che fa per Pisano; delocalizzare la fabbrica vuol dire ucciderla. Pisano ha un altro stabilimento a Foggia ma è passivo.