Il tormento di Bondi

Angelo Cennamo

A pochi giorni di distanza dal passaggio di Paolo Bonaiuti al Nuovo Centrodestra di Alfano, fa discutere lo sfogo di un altro fedelissimo di Berlusconi, Sandro Bondi, il quale ha affidato ad una lettera aperta inviata alla Stampa di Torino le sue riflessioni su Forza Italia e sul vuoto programmatico che affliggerebbe da alcuni anni la destra. Bondi ha un animo gentile e la sua vena poetica da dolce stil novo ha spesso suscitato ilarità tra i nemici più acerrimi di Berlusconi. Da ministro della cultura fu ingiustamente accusato e costretto alle dimissioni per il prolasso di un muretto di cemento armato avvenuto negli scavi di Pompei, luogo dove quotidianamente si ripetono crolli di domus e di colonne nell’indifferenza di tutti. Del tormento di Bondi avevamo già avuto notizia qualche giorno fa, allorquando il coordinatore pro-forma di Forza Italia, dopo una lunga latitanza bucolica era ritornato nella sede del partito per firmare la lista dei candidati alle europee. Le cronache dei giornali ce lo avevano descritto come un uomo amareggiato, lacerato nei sentimenti e afflitto per le vicende processuali che avevano azzoppato l’amico Silvio. Nella lettera alla Stampa Bondi, senza giri di parole, decreta il fallimento della destra berlusconiana. La rivoluzione liberale, scrive il poeta forzista in preda ad un clamoroso je accuse, non è stata realizzata perché il Cavaliere si è circondato di alleati ( da Fini a Casini, da La Russa a Bossi) che erano tutto fuorché liberali. Oggi a Berlusconi e a Forza Italia non resta quindi che sostenere Renzi, prima vera cesura nella sinistra rispetto alla tradizione comunista, nell’attesa di tempi migliori e di nuove idee. Lo sfogo di Bondi, come è normale che sia, sta alimentando dibattiti e forum dentro il centrodestra e non solo. La notizia rimbalza nei vari tg e sulle prime pagine dei giornali online. Nè si sono fatte attendere le reazioni da parte degli ex compagni di partito finiti nel Ncd, i quali hanno rinvenuto in quelle riflessioni una giustificazione in più alla scissione operata da Alfano tra le critiche e le contestazioni di molti elettori e militanti. E se Alessandra Mussolini, fresca di candidatura alle europee, invita l’amico Sandro a decidere una volta per tutte se stare dentro o fuori il partito, è Stefania Craxi – ritornata anche lei in Forza Italia, la più caustica nel commentare le oramai numerose defezioni berlusconiane. Gli scissionisti? Scompariranno come Martelli e Intini. Quoque tu Bondi.

3 pensieri su “Il tormento di Bondi

  1. le colpe dei padri non dovrebbero ricadere sui figli. i figli divrebbero fare le loro cose, anche politiche, secondo il loro modo di vedere. e quindi ora con un padre ai servizi sociali perchè veramente condannato nonostante tutti i ministri e leggi fatte per se proprio, e nonostante tutti i meglio avvocati del pianeta e le chiamate alla barabba o gesù: qua la storia fiscale è stata provata e punto. io poi aggiungerei che il padre inizia ad avere pure una certa ètà, nel senso che le cliniche e le farm possono fare poco per combattere il passare del tempo e poi anche i figli, proprio i figli sia di primo che di secondo letto, sono cresciuti e vogliono dire la loro nella gestione degli affari di famiglia e un papà che si compra la politica e i politici non sanno proprio che farsene ora che il patrimonio è abbastanza al sicuro. ecco, caro angelo, il tempo passato, la finta rivoluzione per mascherare interessi (non solo del piccolo capo ma di ogni alleato) personalissimi, i soldi che sono sempre meno, l’azienda messa in sicurezza e poi grillo e poi l’alter ego sono tutte queste cose, e forse anche altre che ora mi sfuggono, che stanno mettendo in luce che forse fi è un partito di cartapesta e che gli unici politici che forse qualcosa da dire avevano sono scappati e ora anche l’ex comunista bondi ha avuto un attimo di risveglio dal suo beato disincato ed ha fatto una constatazione che solo a pochi ha fatto meraviglia. e guarda caso questi pochi sono gli ultimi combattenti con la bava alla bocca… forse perchè fuori da quello strano constesto che è fi conterebbero ancora meno di quella nota di colore che sono oggi in quello strano partito.

  2. Sarà pure un partito di cartapesta, ma, nonostante tutto e tutti, naviga sul 20%. E la coalizione di centrodestra ( nel complesso) risulta avanti a quella della sinistra in tutti i sondaggi. Avercene di partiti di cartapesta così.

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