Bracigliano: Forum dei Giovani, in scena “Il Gobbo di Notre Naple”

Francesca Carrano

Grande successo per l’iniziativa teatrale pre-carnevalizia dei giovani di Bracigliano. L’associazione culturale “Oltre il Teatro” di Lanzara, ha messo in scena, ieri sera nell’auditorium parrocchiale, la commedia “Il Gobbo di Notre Naple”, divertente rivisitazione in chiave comica del più celebre romanzo di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris. L’evento è stato voluto dal Forum dei Giovani “la rappresentazione è stata organizzata per sollecitare i giovani di Bracigliano ad una maggiore partecipazione alle attività del Forum- ha detto il presidente Fiore Liguori- Purtroppo i giovani vivono una fase storica in cui si trovano ad avere pochi spazi, sempre di più sono chiamati a sistemarsi e non ad essere sistemati… E quale modo migliore c’è per farlo se non mostrando le proprie abilità in ogni campo?”. Grande consenso per gli attori della compagnia composta da giovani di Castel San Giorgio e Bracigliano. Gremito l’auditorium dell’oratorio Don Bosco. Presenti anche sindaco e amministrazione comunale. La storia è ambientata nella Napoli di fine ‘700 durante i festeggiamenti in onore di San Gennaro. Il campanaro del Duomo, il gobbo Quasimodo, incontrerà a’Smeralda, una lazzara che aizza il popolo contro il Cardinale-usuraio Frollo. Quasimodo, soprannominato scugnato c’o pizzo (gobbo e senza denti), aiuterà la giovane lazzara e il capitano Febo, in realtà Ferdinando IV di Borbone re di Napoli, guadagnandosi il loro affetto. Ma andiamo all’antefatto. Nel 1759 Carlo di Borbone era stato richiamato in Spagna per essere incoronato re e aveva lasciato la reggenza di Napoli al figlio Ferdinando IV.  Nessuno sapeva però che il primogenito di Carlo, da tutti creduto morto alla nascita, fosse proprio Quasimodo, il gobbo che abitava il Duomo di Napoli. Nato storpio, Quasimodo era stato affidato all’usuraio Frollo che  il re aveva nominato Cardinale in cambio del silenzio. Frollo aveva nascosto Quasimodo nel Duomo proibendogli di mostrarsi in pubblico. Proprio quel 19 settembre, invece, Quasimodo scoprirà la verità e i  lazzari napoletani da allora verranno chiamati scugnizzi (scugnati c’o pizzi). Musiche popolari e humor napoletano, uniti alla bravura degli attori della compagnia teatrale, sono stati il giusto mix per l’ottima riuscita dell’evento. Al termine della commedia è stato assegnato il cesto, composto da prodotti tipici locali, messo in palio per la lotteria di autofinanziamento dell’evento.