Scafati: Grimaldi, grazie sostegno primarie

“Complimenti ed in bocca al lupo ad Assunta Tartaglione: le tocca un compito arduo. E grazie a Guglielmo Vaccaro, per il bel confronto sulle idee e per il bel libro di Domenico Rea che mi ha regalato. Grazie alla stampa, che ha reso possibile un dibattito vero e trasparente sulle idee e i programmi, laddove il Pd le primarie si era dimenticato di pubblicizzarle. Grazie ai circoli che ci hanno invitato, ospitato, ascoltato, criticato, dato il senso di essere ancora una comunità. Grazie alle centinaia di volontari che ieri hanno permesso lo svolgersi dello competizione, allestendo seggi e gazebo, e fungendo da parafulmine con militanti e cittadini, per colpa di decisioni non certo assunte da loro. E grazie a tutti voi. A chi c’è stato, a chi c’è e a chi ci sarà. Ai nostri 243 candidati, al loro coraggio, alla loro determinazione, e perché no, alla loro allegria. Ai nostri rappresentanti di lista che – ovunque hanno potuto – hanno cercato di rendere trasparente e sana l’affluenza ai seggi. A chi è venuto a votarci, dandoci la propria fiducia, conferendoci l’onore di rappresentarlo.
Non abbiamo avuto paura, e fino in fondo abbiamo provato a dimostrare che la qualità delle idee è l’unico strumento utile per abbattere vecchie e sbagliate consuetudini. Come quella, ad esempio, di troppi comuni della regione dove – nonostante il calo complessivo dell’affluenza – partecipano più cittadini alle nostre primarie di quanti voti poi riceva il Pd alle “elezioni vere”. Ci avevano etichettati come residuali, ed invece abbiamo ottenuto un risultato importante, provincia per provincia, città per città, circolo per circolo. Circa 17.000 voti, oltre il 14%: col sostegno di due deputati, un consigliere regionale e una schiera ampia, ampissima, di segretari di circolo, giovani amministratori, vecchi militanti e nuove, nuovissime, leve. Che hanno scelto la strada più difficile e al tempo stesso più bella e coerente: quella del cambiamento il cui tempo è “l’adesso” e il cui luogo è “il qui”. “Altrove” e “dopo” li trovate alla voce ipocrisia e opportunismo. Dinanzi a noi avevamo la quasi totalità del gruppo regionale e di quello parlamentare, i sindaci delle più grandi città della regione, i due esponenti campani della segreteria nazionale del Pd e fino a tre giorni prima del voto anche la Presidenza del consiglio. Chi doveva conseguire una vittoria schiacciante si è fermato al 58%. Per questo penso che, nonostante tutto, abbiamo vinto. E per gli stessi motivi penso che, sempre nonostante tutto, ho perso. Ho perso perché non sono stato in grado di spiegare, far percepire, fino in fondo, ai militanti del PD e ai cittadini campani la forza e la qualità delle nostre idee e dei nostri programmi. Ho perso perché non sono stato in grado di far riconoscere, a chi ci guardava e ci ascoltava, la nostra proposta come un’alternativa credibile ad un partito ed un governo regionale che pensavamo e pensiamo debbano invertire la rotta. Ho perso perché non ho mai inteso queste primarie come un momento di visibilità personale: volevo seriamente e sinceramente vincere. Perché in quello che abbiamo detto, e che continueremo a dire, ci credo sul serio.
Ora ripartiamo da qui. Più forti, determinati e allegri di prima. Da questo dato e da questo entusiasmo. Dai tanti segretari di circolo e dai tanti amministratori che ci hanno chiesto di non essere lasciati soli. Dai nostri programmi e dalle nostre idee. Dal vecchio compagno che ci ha detto “datemi ancora un motivo per prendere la tessera” e dal giovane studente liceale chi ci ha chiesto un motivo per crederci, al di là della tessera. Dalla nostra più profonda convinzione: un partito ha senso di esistere se è utile a cambiare e migliorare la vita dei cittadini. Trasformare la rabbia in speranza. Non ci arrenderemo finché non saremo riusciti a farlo”. Michele Grimaldi