Ha vinto Renzi

Angelo Cennamo

Matteo Renzi boccia il governo del Pd, Alfano no. Questa potrebbe essere la sintesi bipolare della clamorosa diatriba scoppiata all’interno dei democratici, e che vede Enrico Letta alzare bandiera bianca al termine di un’infuocata direzione al Nazareno. Renzi dunque ha vinto la sua battaglia. Lo ha fatto con cinismo e con coraggio, doti indispensabili per chi come lui ha ambizioni alla leadership del partito e della Nazione. Lo scontro aspro, ma leale, tra Renzi e il premier Letta lo ricorderemo a lungo, se non altro per la paradossale atipicità che ne ha escluso fino all’ultimo scissioni ed allontanamenti. Esempio di concreto radicamento nel bipolarismo, al quale non hanno saputo o voluto ispirarsi altri giovani rampolli della politica nostrana come Giorgia Meloni e Angelino Alfano, i quali, piuttosto che portare avanti le loro istanze all’interno del Pdl, hanno preferito separarsene, senza mai recidere, tuttavia, il cordone ombelicale che tutt’ora li lega al padre padrone. A molti la mossa del sindaco di Firenze è sembrata azzardata, frettolosa, a tratti irriverente : Renzi diventa premier ( il più giovane della storia repubblicana) senza passare per le urne, contraddicendo se stesso, la sua filosofia politica, da sempre improntata alla partecipazione e alla critica feroce delle vecchie logiche di palazzo. Per giunta, pugnalando un suo compagno di partito, anche lui di scuola democristiana. Sarà questo, vedrete, l’argomento che maneggeranno con cura i detrattori e i suoi avversari, d’ora in avanti, per amplificarne la sfrontatezza e il folle ardire. Altri ancora avevano suggerito al segretario del Pd di non esporsi ad un rischio così alto, e di attendere senza spasimi il momento propizio per sferrare l’ultima picconata, lasciando così che Letta si cuocesse nel brodo dei suoi fallimenti o che si arrendesse alla ritrosia degli alfaniani. Renzi però ha spiazzato tutti – compreso Berlusconi, che del guascone ne apprezza il piglio e la benevolenza istituzionale – scegliendo di non temporeggiare. Ha capito che il logoramento, di cui tanto si discute, sarebbe arrivato comunque nella vana attesa che il governo cambiasse verso, ed ha preferito osare fino in fondo, forte dei consensi maturati dentro e fuori del Pd. Cosa accadrà adesso è difficile da prevedere. Sui giornali impazzano già totoministri, schemi e conteggi della nuova maggioranza, apparentemente risicata e fragile. La verità è che il governo di Renzi nasce sotto una buona stella, dal momento che  godrà del sostegno solido e convinto del centrodestra berlusconiano. Legge elettorale, superamento del bicameralismo e riforma del Titolo V sono argomenti  già concordati sui quali è difficile impantanarsi. Sono le larghe intese mai viste prima, che oggi possono rivelarsi decisive per farci entrare nella terza Repubblica. Definitivamente e con un pizzico di ottimismo in più. 

3 pensieri su “Ha vinto Renzi

  1. E’ stata una idea folle, buona o cattiva lo dirà la storia, ma Renzi c’entra per metà, solo che pochi sono disposti ad accettare che per l’altra metà c’entra un signore (un regnante) che a giugno del prossimo anno avrà 90 anni.

    Adesso, o Renzi farà qualcosa di epocale o si brucerà, portando con sé gran parte del “suo” PD. Sicuramente, dato che più di mezzo mondo politico ha commentato il fatto negativamente, se non ci saprà fare fin da subito faticherà a trovare appoggi (già leggo di Alfano che dice che se apre alla sinistra, lui non intende appoggiare questo governo, figuriamoci cosa faranno gli altri).

    Il che vuol dire che, a meno che non lo appoggi anche FI, i suoi numeri potrebbero essere risicati e che dopo poco tempo si dovrebbe andare a votare. Chi voterebbe Renzi a quel punto? Se dovessi dirlo da ora, direi io assolutamente no perché questo tipo di equilibrismo viene fatto sulla pelle del paese e può essere tollerato una sola volta. Quindi, per fare una cosa simile, io elettore mi attendo che tu sappia il fatto tuo perché se mi devi portare a votare dopo che hai fallito, io ho più di qualche dubbio a votarti. Non mi basterebbe la scusa del “non ce l’ho fatta perché non ero stato eletto e non ho potuto formare un governo tutto mio” (e no, caro, nessuno ti obbligava a fare il presidente del consiglio).

    Tuttavia, nonostante non abbia apprezzato la discesa in campo nel metodo, magari gli riesce qualcosa, come dicevo, di eccezionale. Non ci credo tanto, ma non voglio nemmeno darlo perdente prima che gareggi. Vediamo.

I commenti sono chiusi.