Salerno: Fini spiega il ventennio con Berlusconi
E’ stato presentato questa sera al Salone dei Marmi del Palazzo di Città a Salerno, il libro di Gianfranco Fini, “il Ventennio- Io, Berlusconi e la destra tradita”. L’evento è stato Voluto dall’Avv. Michele Sarno, presidente dell’Associazione per Salerno, già coordinatore provinciale di Futuro e Libertà nonché amico di lunga data di Fini. Parte da quel 22 aprile 2010 Gianfranco Fini, da quel dito puntato contro l’alleato di quasi un ventennio, Barlusconi. Durante quella Direzione Nazionale del Popolo delle Libertà, si consumò lo strappo, mai più ricucito, che portò l’allora Presidente della Camera e pochi fedelissimi a fondare il partito Futuro e Libertà. Parte da quella data il delfino di Almirante per spiegare a ritroso i retroscena dell’alleanza con Cavaliere, le aspirazione ad una nuova destra, moderna ed europea, senza però omettere sbagli commessi e delusioni. Il libro è un excursus sul percorso politico di Fini e della destra italiana, dal MSI alla svolta di Fiuggi, l’alleanza con Segni e la candidatura a sindaco di Roma, il predellino fino alla debacle politica di FLI con le elezioni del 2013. Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel II e III governo Berlusconi, Ministro degli Esteri e Presidente della Camera, tutti incarichi ricoperti grazie all’alleanza con Berlusconi. Poi qualcosa cambia. Troppo forte la personalità dell’alleato, troppo pressanti le richieste di leggi ad personam. Uno sbaglio sciogliere Alleanza Nazionale e fondersi con Forza Italia perdendo l’identità di una destra che voleva sdoganarsi. Troppo forte la tentazione di uscire dal ghetto, pagata con la dissoluzione di un movimento che oggi annovera tante anime in cerca d’autore. Tanti i temi affrontati. Oggi si chiede l’abolizione della Bossi-Fini in materia di immigrazione, Fini oggi pensa che “La legge può essere ammodernata-si legge nel libro- ma credo che l’impianto resti valido, a cominciare dal principio fondamentale: a parte gli studenti, ha diritto al permesso di soggiorno l’immigrato che lavora e ha un reddito”. Sulla scelta di allearsi con Monti alle ultime politiche e la disfatta elettorale, invece: “Monti è stato un buon premier e un pessimo candidato premier. La nostra alleanza con lui è apparsa un’operazione di Palazzo. Di una sola cosa vado fiero: il rifiuto di candidarmi al Senato. Era mio dovere guidare le liste alla Camera, anche a rischio di non essere eletto, non credo ci sia futuro per il centro, dal Pd, guidato da due cattolici come Renzi e Letta, non vedo smottamenti in arrivo. E poi il bipolarismo ha messo radici nel Paese. Se c’è un terzo polo, è Grillo“. A chi pensa che la sua esperienza politica sia finita nelle urne e con FLI, Fini fa sapere che “quarant’anni di politica non si dimenticano, non voglio smettere: la farò in modo diverso. Una stagione si è chiusa”.