Fisciano: Università, seminari “Saccheggiate il Louvre”

Saccheggiate il Louvre seminari ed eventi per i 100 anni di William Burroughs. Cento anni fa (il 5 febbraio 1914) nasceva William Seward Burroughs. Scrittore, alchimista delle parole, talent, visionario, maestro intergenerazionale, istigatore di futuri e possibilità. L’Università degli Studi di Salerno in collaborazione con Unis@und e il Marte (mediateca arte eventi) ricordano lo scrittore con una tre giorni di tavole rotonde, concerti, reading, film e mostre d’arte. Saccheggiate il Louvre vuol essere un’occasione non solo di riflessione sull’opera vasta di Burroughs ma anche uno spazio dinamico ed innovativo per ritrovarne le tracce composite all’interno della nostra contemporaneità.

I SESSIONE DI STUDIO (ore 9.30)

Saluti istituzionali:

prof. Annibale ELIA (Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Università degli Studi di Salerno)

prof. Luigi FREZZA (Presidente Consiglio Didattico di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi di Salerno)
Il sistema espressivo in William S. Burroughs

coordina prof.ssa Linda BARONE (cattedra di Lingua inglese, Università degli Studi di Salerno)

Relazioni:

prof. Alfonso AMENDOLA (cattedra di Sociologia degli audiovisivi sperimentali, Università degli Studi di Salerno)

El hombre invisible“. Sintomatologie di una biografia a frammenti tra adattamenti, linee di fuga e mutazioni

“La mente è fatta di frammenti” diceva Burroughs. Come frammenti sparsi e disomogenei sono i capitoli della sua biografia. L’intervento insegue “El hombre invisible” (così soprannominato a Tangeri, trasferitosi nel 1957, per la sua straordinaria capacità d’adattarsi ovunque). “El hombre invisible” viene raccontato a partire dai suoi giovanili esordi pittorici degli “shotgun painting” fino a giungere alla strutturazione di un agire che, ancor oggi, invade e determina tutti i linguaggi espressivi.

prof. Vito CAMPANELLI (Istituto di Comunicazione, Comportamento e Consumi ‘Giampaolo Fabris’ Libera Università di Lingue e Comunicazione’ IULM di Milano)

Literary Cut-Ups. Le radici letterarie della cultura del remix

Da Tzara a Burroughs, la tecnica del cut-up ha rivelato sin dalle sue origini un enorme potenziale creativo che solo oggi può essere esplorato in pieno grazie alla moltiplicazione delle possibilità di riutilizzare materiali preesistenti, conseguente alla diffusione dei media digitali.

dott. Gerardo GUARINO (Guest Relations Manager, Doha Film Institute)

The cut-up up the cut the up cut Burroughs, I Radiohead e la manomissione del rock

Burroughs è per molti l’indiscusso padre spirituale di tutta la scena musicale underground dagli anni Settanta in poi. Tra gli obiettivi di questo intervento c’è quello di analizzare la grande forza innovatrice esercitata dal “demone” della letteratura, su icone della musica rock, da Patty Smith a David Bowie fino ad arrivare a icone moderne come Thom Yorke ed ai suoi Radiohead.

dott. Mario TIRINO (Dottorando di Ricerca in Scienze della comunicazione, Università degli Studi di Salerno)

Junkie’s Movies. Il cinema infetto di William Burroughs

L’intervento esamina il nesso tra l’estetica burroughsiana e il cinema contemporaneo, con il duplice obiettivo di mostrare, da un lato, come il linguaggio delle immagini in movimento (e in particolare i procedimenti stilistici legati al montaggio) abbia nettamente influenzato la scrittura di Burroughs e, dall’altro, come l’opera dell’artista americano costituisca fonte d’ispirazione per cineasti e sceneggiatori di diverse correnti e provenienze.

II SESSIONE DI STUDIO (ore 15.00)

Il visionario pensare ed agire in William S. Burroughs

Relazioni:

prof. Adalgiso AMENDOLA (cattedra di Sociologia del rischio e della sicurezza, Università degli Studi di Salerno)

Saccheggiare la Banca centrale. Dal controllo al debito, senza tacer di eccedenti mostruosità

Partendo dallo scritto di Gilles Deleuze sulla “Società del controllo” l’intervento vuol cogliere non tanto la descrizione della “società controllata” (tema decisamente burroughsiano) ma il concetto di “uomo indebitato”. Analizzando, in particolare, la dimensione di metamorfosi e di resistenza della figura del “controllato” e della figura (erede, almeno in parte) dell’indebitato.

prof. Tommaso ARIEMMA (cattedra di Estetica, Accademia di Belle Arti di Lecce)

Tagliare è pensare. William Burroughs, Ridley Scott e la chirurgia

Partendo dal rapporto tra la poetica di Burroughs e il celebre film di Ridley Scott, si analizzerà l’atto del tagliare come atto originario: esso esprime il modo in cui pensiamo, facciamo arte, politica o scienza. Passando da lame vere e proprie a lame simboliche e mitiche, che dicono di ciò che siamo e di ciò che possiamo diventare.

dott. Vincenzo DEL GAUDIO (Dottorando di Ricerca in Metafisica, Università San Raffaele di Milano)

Visione di scena e scena della visione: il teatro della scrittura tra Burroughs e Artaud

L’intervento verterà sulla possibilità di leggere alcuni dei romanzi di William Burroughs, in particolare Soft machine, alla luce delle intuizioni sulla scrittura dell’ultimo Artaud per mostrare come per entrambi gli autori il corpo del testo fosse una macchina contro la quale combattere per la vita. In questo excursus verrà mostrato come i concetti artaudiani di geroglifico, di soggettile e di proiettile interagiscono e funzionano con i concetti burroughsiani di cut-up e fold-in.

dott. Alfredo DI TORE (Dottorando di Ricerca in Metodologia della ricerca educativa, Università degli Studi di Salerno)

Education is a virus from outer space: corpo, spazio e interfaccia tra onto-etologie e bio-costruttivismi

Non c’è nulla di più politicamente e storicamente variabile della nostra anatomia o della nostra biologia. Come Foucault e Donna Haraway hanno mostrato, la biologia è un’invenzione recente, e nessuno come Burroughs ha esplorato, lungo le direttrici del delirio e della paura, il territorio della post-biologia. Quando Burroughs afferma che “language is a virus from outer space”, non postula, come certo poststrutturalismo naïve, una realtà sociale costruita esclusivamente attraverso il linguaggio. Al contrario, depotenzia radicalmente il linguaggio e svela come le stesse modalità non-linguistiche di pensiero siano connaturate all’infiltrazione parassita (Shaviro). Chiedendo, epigrammaticamente, se sia nato prima l’intestino o la tenia, indica il parassitismo come condizione ineludibile dell’esistenza. Io non sono il mio corpo; le mie parole non sono mie, sono corruzione, plagio, appropriazione (debita) di plusvalore. Il virus è il messaggio. Apprendere è stilizzare, evolvere, accelerare la replicazione virale per accrescere le probabilità di mutazione. L’evoluzione cessa di essere filiativo-ereditaria per divenire comunicativa o contagiosa, non lineare e rizomatica (come la struttura di Naked Lunch). L’animale si definisce non più sulla base dei caratteri specifici o generici, ma delle popolazioni variabili da un ambiente all’altro (D&G). Al contempo, l’ambiente cessa di essere spazio oggettivo, entourage, cerchia, umgebung, per divenire  mondo-ambiente, interfaccia, umwelt. I binomi corpo/virus, spazio/umwelt, rizoma/interfaccia si offrono alla ricerca in educazione come derive/approdi per navigare nella paura di conoscere, nella tensione tra realismo e costruttivismo che l’ipotesi etologica ha mutato in tensione tra onto-etologia e bio-costruttivismo.

dott.ssa Claudia LANDOLFI (dottoressa di ricerca in Etica e Filosofia politico-giuridica; Centro di Ricerca “Jan van Eyck” di Maastricht)

Deleuze e Burroughs: esperimenti di disorganizzazione creativa

Il discorso parte dalla critica alla ‘reductio ad unum’ come progetto di potere e vocazione della cultura occidentale fatta agire su tutte le dimensioni in cui si esprime l’individualità e presenterei, con Deleuze e Burroughs (ovviamente non possiamo non citare il CsO), il concetto di ‘disorganizzazione’ come s/composizione creativa (riferita alle soggettività, allo spazio-tempo, al linguaggio, e dunque alla società) che non segue un principio ordinante e necessario. L’esito è una tensione costruttivistica che, sovvertendo i significati, apre a scenari di senso virtuali e potenziali.

dott.ssa Stamatia PORTANOVA (Dottoressa di Ricerca in Culture digitali University of East London)

La rete allucinata

Questo intervento intende pensare la “new aesthetic“, ossia il recente movimento di arte e design che guarda il mondo attraverso gli occhi digitali dei computer, come una sorta di allucinazione collettiva in cui si ripropongono, in chiave mediatica contemporanea, i concetti di ‘cut-up’ e di ‘virus’ già cari a William Burroughs. Visualizzare la realtà come un collage di dati, vedere pixel anche dove non ce ne sono: una modificazione psicofisiologica che sostituisce alle tante droghe cercate e provate dall’autore, il potente effetto lisergico delle nuove tecnologie.

Direzione scientifica: prof. Alfonso AMENDOLA

Comunicazione: dott. Francesco COLUCCI (Ufficio Rapporti con la Stampa, Università degli Studi di Salerno)

Art director: Luca LANZETTA  (Mediateca Marte)

Segreteria organizzativa: Unis@und